SCRIBERE

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libreria di zurau

venerdì 28 febbraio 2025

TIRANNIA & CIVILTA'

Le dichiarazioni del rieletto Presidente Donald Trump sono sconcertanti perché sembra contraddicano  in tutto o in parte, ciò in cui l'Occidente si è riconosciuto per 80 anni dopo la 2^Guerra Mondiale.          Sono cresciuto in un clima di pace, di "guerra fredda", o di guerre locali a bassa intensità, ma comunque in un clima di convivenza con regole condivise che temperavano i rapporti fra gli Stati. Invece Trump ha rispolverato il "pistolero" che sonnecchia in ogni americano, con l'istinto della conquista di nuovi territori a tutti i costi. Ovvero si trasforma da gigante munifico e alleato dell'Europa, in predatore violento e spietato, fino a insidiare l'indipendenza dei vicini Canada e Messico. Anche il suo linguaggio si fa più esplicito e arrogante: esige, intima, pretende, e minaccia con i modi più dittatoriali del monarca assoluto. E infine, ma non meno grave, è la sostanziale sua accettazione dell'aggressione russa alla  Ucraina perché vuole che l'aggredito accetti il fatto compiuto! Così fa carta straccia di Trattati e Carte fondamentali, dei Diritti Umani, dei Diritti dell'Uomo, nonché della Carta dell'ONU. Tutti impegni solenni progressivi per la nostra civiltà sociale e politica, anche se i realisti e i cinici non perdono occasione per ricordarci che i Princìpi enunciati sono spesso disattesi, lo sappiamo, ma siamo disposti a rinunciare al perseguimento degli unici ideali in grado di salvarci dal ritorno nelle caverne? Detto altrimenti, noi disputiamo e guerreggiamo, ma fatichiamo a riconoscere le nostre manchevolezze, e a  trarne insegnamenti virtuosi. Siamo sfiduciati e fatalisti perché convinti che guerra e conflittualità, come mille altri inciampi, siano parte di noi, della natura umana e pertanto incorreggibili? Infine, penso che in condizioni estreme, quando pochi oligarchi esercitano il potere dispotico e assoluto sui loro popoli, sia legittimato il tirannicidio come forma di autodifesa del popolo.                                                Modena, 28/2/2025

giovedì 27 febbraio 2025

27 FEBBRAIO

 27 Febbraio

Anche questa notte ho sognato molte cose, alcune belle e altre più inquietanti ma, in ogni caso, ne sono felice perché dopo la catalessi intermittente in cui sono precipitato, mi sento vivo e presente a me stesso, grato del dono ricevuto. Dunque sono in una comitiva di gitanti diretti a una località sui monti; sostiamo in un punto di ristoro in prossimità della lunga serpentina che ci condurrà al Passo (Mendola?) Scesi dalla Corriera siamo attorniati da un nugolo di villeggianti con cui fraternizziamo: mentre ci rifocilliamo siamo tutti eccitati e felici. A un tratto sono abbracciato da una ragazza che si appende al mio collo; sono sorpreso ma felice perché lei è bella, soprattutto è raggiante, mi offre la sua bocca e ci    baciamo con passione! E' un sogno. Altre ragazze sembrano pronte a manifestarmi gioia e affetto, ma un energumeno alto 2mt si para tra me e il gruppo di ragazze. Allora io desisto.

Un'altra scena. Con la macchina sono prigioniero in un groviglio di vetture ammaccate, groviglio causato da un incidente, tutti si affannano per uscirne, poi ecco l'autocarrozzeria in cui dobbiamo attendere il turno per riparare i danni. Qui nascono le dispute per la precedenza: tutti abbiamo fretta e il povero carrozziere non sa cosa e come fare.

Un altro sogno ancora. C'è un salto temporale: sono in una Scuola Primaria frequentata da uno, o dai miei figli. E' una scuola molto moderna e colorata, ne percorro le aule e i corridoi, ma gli alunni sono ancora fuori e in attesa di entrare giocano e vociano come sempre, e a me piace continuare a esplorarne gli ambienti e ammirarne i colori, infine mi dirigo all'uscita e incrocio il flusso dei bambini che corrono ai loro banchi. Tra essi mi sembra ci sia Maurizio.

Si tratta di episodi molto diversi, di non facile lettura, o apparentemente di facile lettura. Mi riesce più immediata la considerazione generica del sogno e del sognare, e non posso farlo meglio di William Shakespeare: "SIAMO FATTI DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI".

                                                                                                                                                          27/2/2025  

lunedì 24 febbraio 2025

PAGINA BIANCA

Quella della "pagina bianca" è la sindrome che colpisce lo scrittore e, più modestamente, interessa anche il semplice scrittore dilettante come il sottoscritto. Viene inattesa e improvvisa: la vista si annebbia, brancoli nel buio, e a tentoni esplori il vuoto in cerca di un appiglio di fortuna. Sei svuotato di energia quasi avere spremuto l'ultima stilla da una fonte generosa ora inaridita, e tu sei stupito e impotente. Eppure ciò che ho scritto è piuttosto un balbettio fatto di piccoli, minimi pensieri che a volte sfuggono come fumarole dal magma profondo che ribolle. Forse è la semplice fatica di scavare, di dissodare un terreno da troppo tempo incolto; insomma è la fatica di vivere alla quale non possiamo, non dovremmo cedere. Poi, per fortuna, l'attività onirica della notte scioglie e dissolve, almeno in parte, enigmi e fumisterie varie. Ciò è anche grazie ai miei risvegli frequenti causati dai capricci prostatici, piccola croce per i maschi anziani: dunque mi sveglio nel mezzo di un sogno vivido, subito abbandono le lenzuola e mi precipito a fissare su  carta la traccia del sogno. Al mattino, per quanto stanco e molto assonnato, riesco a ricostruire le fasi salienti dell'esperienza onirica, e spesso ne sono gratificato. Avverto infatti che Morfeo, nella notte, mi ha fatto rivivere avventure umane che mi sono appartenute, parentesi di vita famigliare e lavorativa, fasi di vita quotidiana che la memoria cela alla coscienza, con esperienze positive e negative, ma sempre mie, episodi corredati da dialoghi complessi e verosimili; si tratta di sogni che, per quanto siano drammatizzati e amplificati, regalano l'esperienza ineffabile di godere di una vita parallela che rende vivibile anche l'attuale fatta di solitudine e malinconia. Ecco l'ultimo sogno che sono riuscito a salvare; non so dire se il sogno fosse angoscioso o semplicemente emozionante. Il teatro della vicenda è una terra artica fredda e inospitale che individuo nel Nord estremo della Russia, terra d'esilio e colonia penale per gli oppositori degli Zar, del Comunismo, e del Putin di turno. Dunque un personaggio molto noto è recluso nel campo di rieducazione, solo, in una cella 3X3, in isolamento. Gli è consentito di ricevere saltuariamente la visita di pochissime persone scelte dalle autorità, a loro insindacabile giudizio, e fra queste persone sono anche io. Ricordo nitidamente la grande emozione nel trovarmi di fronte al prigioniero che mostra grande dignità. Quindi anche un  saluto e augurio e poi, uscendo, chiedo grottescamente al funzionario se potrò telefonare all'uomo... Non ricordo altro del sogno. Pertanto ricorro alle nozioni di psicanalisi in mio possesso e tramite le libere associazioni di idee penso a Navalny, sì Navalny, l'oppositore di Putin deceduto in prigione in circostanze misteriose.(?)

Modena, 25/2/25                                                                                                                                                                                                 

  

lunedì 17 febbraio 2025

IL MEDICO

Basta predicozzi e invettive, a che pro? Non c'è ragione che faccia fronte all'irrazionalità galoppante.  Non siamo disponibili all'ascolto perché accecati dalle rabbie croniche che ci possiedono nel cielo cupo che abitiamo; ci dicono che tutto sia dovuto al "medioevo", ovvero al travaglio indotto dalle profonde mutazioni di questi tempi: ma quando mai gli uomini non hanno attraversato periodi altrettanto critici?  L'altra sera ho seguito la biografia di Giuseppe Moscati, un medico cattolico del secolo scorso santificato dalla Chiesa. Storia edificante di un professionista della sanità che ha dedicato la propria attività e scienza alla cura degli ultimi nei quartieri e ricoveri più poveri del napoletano. Non so perché a questi racconti mi emoziono sempre, quasi mi sentissi in colpa, quasi percepissi che pure io avrei potuto fare di più, ma che non ho fatto. Me ne sono stato ripiegato in me a contemplare la mia vita e le mie paure per un futuro non in mio potere, e in questo modo ho fatto sì (come i mie simili) che i reggitori del mondo e delle nostre vite facessero, e facciano, il bello e cattivo tempo. Tornando al medico Moscati, questi esercitava la professione in grado eroico, riscattando così l'altra l'umanità incapace di generosità. A questo proposito mi torna in mente il flagello del COVID che ha messo tutti a dura prova. Quella Pandemia ha mostrato ancora una volta che nel pericolo emerge sempre il meglio e il peggio dell'uomo, cioè l'abnegazione di molti e la pavidità di altri. Emblematico un piccolo fatto di cui sono stato testimone: un sanitario cui facevo notare come molti medici avessero, apparentemente, dimenticato il giuramento di Ippocrate, rispondeva stralunato, Ippocrate chi? 

Modena, 16/2/2025

mercoledì 12 febbraio 2025

FOIBE

 Sono i giorni in cui si commemora l'eccidio delle Foibe, crepacci in cui erano state gettati migliaia di   Italiani per mano dei Titini, triste lascito della nostra sconfitta nella 2^guerra mondiale. Per me è anche   occasione per ricordare la mia maestra Laura, profuga istriana approdata a Ferrara, mia insegnante alle   Elementari nei primi anni '50, ricordo ancora vivo di un insegnante materna e dolcissima che seppe   trarre il meglio da me. 

Modena, 12/2/2025

giovedì 6 febbraio 2025

FAVOLA

  Perché non me ne sto quieto nel mio angolino, rivolto al sole che tramonta all'orizzonte di fuoco? Penso    ai Kurdi, ai Palestinesi, a Sudan e Congo con le loro guerre disperate, e a tutti i perseguitati e umiliati        nel corpo e nell'anima, nonostante io sia consapevole della mia impotenza a fronteggiare il male.                Infatti sono un uomo della strada che condivide il destino dei suoi simili che, in prossimità del                    traguardo, dovrebbero piuttosto raccogliere gli stracci e salutare. Lo stesso viandante stanco avverte la        necessità di ordinare, se non sbrogliare, il groviglio di fatti che ne hanno intessuto l'esistenza, e quindi,      placata l'arsura e l'anelito a una verità irraggiungibile, è bisognoso di riposo. Perché dunque? Perché          l'uomo come ogni essere obbedisce al circuito stampato che ne determina l'azione: la favola del "libero      arbitrio" è buona per fare sì che egli si riduca a essere un Tantalo o Sisifo qualsiasi.  

 Modena, 7/2/2025     

ESPRESSIONE GEOGRAFICA

 I fatti non si discutono! Questo è l'imperativo per un "normale" approccio alla realtà, ovvero accettarla   risparmiando a se stessi ulcere nel corpo e nello spirito. Sei colpevole, ma se per tuoi limiti non riesci a   coprirti occhi e orecchie, sarai costretto a vedere tutta la nudità del mondo, ovvero di ciò che é reale.   Pertanto, pur cercando di estraniarmi dal clamore in cui siamo immersi, mi ci trovo sempre più   avviluppato come il baco nel bozzolo. Questa è l'ostinazione a voler vedere lucciole per lanterne, e   quindi constatare che i fatti della terra nel loro accadere ricalcano sempre la stessa trama: passano sulla   testa dei popoli, ignari e rassegnati al loro destino: nello stesso tempo percepiscono che forza ricchezza e   violenza sono determinanti nella lotta per la sopravvivenza. Emblematico ciò che accade in queste ore: il   criminale nazista Netaniau, e il Presidente Trump, suo degno compare, davanti alla scacchiera del loro   mondo ideale, immaginano Palestina e Palestinesi pure espressioni geografiche e umane. 

 Modena, 6/2/2025

martedì 4 febbraio 2025

CANTICO DEI CANTICI

 Rileggo spesso il Cantico dei Cantici, una lettura sempre nuova che avvince, e le parole, per quanto   semplici, sono altresì colme di sensualità e dolcezza. Non è questo che stupisce, e piuttosto mostra   quanto il linguaggio del corteggiamento e dell'amore sia invariato in ogni tempo. Si vuole disquisire sulla   natura del testo, se abbia più carattere umano o spirituale, distinzione per me oziosa, poiché il sentimento   amoroso quando è manifesto è anche sacro. Infatti è un dono gratuito dispensato all'umanità dalla natura     affinché uomo e donna ne gioiscano: poche altre cose così gratificanti sono nella disponibilità umana,   nonostante la natura non sia del tutto disinteressata, essa infatti agisce nel suo esclusivo interesse, ovvero   persegue un disegno che ci sfugge e ci è precluso. C'é una scultura del Bernini che ritrae Santa Teresa   D'Avila colta in una sua estasi; essa è visibile a Roma in San Pietro: invito chiunque a valutare se Teresa,   in quel momento, stia vivendo un'esperienza umana o totalmente spirituale.

 modena, 3/2/2025