Ieri sera ho rivisto il film di Zeffirelli dove la Gainsbourg è grande attrice. La sua bellezza non è trascendentale, ma è perfettamente inserita nel paesaggio gotico della brughiera inglese. Il regista italiano è particolarmente versato nel descrivere mistero e ambiguità dove colori cupi, i drappeggi, le porte chiuse descrivono felicemente il contrasto con una bambina che sprigiona gioia di vivere. Già qui io vedo la lotta fra la vita e la morte. Mentre penso al film, penso anche a Maurizio che oggi compie gli anni, e mi soffermo sulla prima immagine che ho di lui, il 28 Giugno del '68. Ero nell'astanteria della Clinica di Premosello dove Renata era in sala parto, quando un'infermiera entra con una piccola culla: dentro c'é lui, quasi invisibile tra i lenzuolini candidi e, sopra, la copertina di seta bianca cucita da lei. In tutto quel bianco spiccano gli occhi neri come due chicchi di caffè, non piange, ma guarda e quasi scruta intorno a se; è ancora tutta pelle con i capelli bagnati e appiccicati che sembrano neri. Non ho saputo fare altro che contemplare quello che era un vero miracolo della natura. La stessa esperienza avrei vissuto alla nascita di Annabella e Chiara, Annabella alla Quisisana di Ferrara, Chiara a Villa Fiorita di Sassuolo: esperienze sempre nuove che quasi sfuggono alla nostra comprensione, ma non al ricordo: è la vita, la nostra vita.
Modena, 28/6/2025