Gettiamo un sasso in uno specchio d'acqua, e questo produrrà una serie di cerchi concentrici che si propagheranno e, lontani dal centro, saranno meno definiti, e infine svaniranno nel nulla. Questa può essere un'ottima metafora della comunicazione, ma anche della realtà: più ci allontaniamo dalla fucina dove origina la vita reale, ovvero i fatti della vita, più siamo marginali rispetto alla vita vera. Così nella comunicazione siamo più sordi e ciechi se più lontani dalle sue fonti. Questo è il meccanismo cruciale che ha regolato la vita dell'umanità dalla sua uscita dalla foresta. Tuttavia, mentre alla tastiera scrivo di ciò che è risaputo e quasi banale, sono afflitto dal caldo umido di un fine Giugno canicolare. E allora divago con la mente ricordando quanto ho letto circa la vita presunta, e prevista ancora, per la nostra Terra. La sopravvivenza è stimata ancora per almeno 200 milioni di anni, ma è tutto relativo perché sono in gioco molte variabili. Per esempio, se il sole si espande come i fisici prevedono, la Terra diverrà inabitabile e la sua superficie inaridita mostrerà mari e fiumi come valli e canyon sterminati: panorama marziano, ma si parla di 200 milioni di anni, e allora, per il momento, posso limitarmi a combattere la calura che mi tormenta!
Modena, 27/6/2025
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