Fra in temi più trattati nelle cronache quotidiane c'é l'invecchiamento della popolazione italiana a fronte del fenomeno denatalità: si fanno meno figli e si alza l'età media della popolazione. Il fenomeno è molto complesso e vi concorrono fattori culturali, economici e sociali, fattori che io non sono in grado di approfondire. Siamo sempre più vecchi in famiglie mono cellulari, con sempre più anziani in solitudine e con più malanni procurati dall'età avanzata, quindi l'assistenza sanitaria carente che non riesce a fare fronte all'aumento della domanda. Insomma, considerata l'età, anche io sono parte del problema, che perciò sento mio. Sono in corso trasformazioni lente ma inesorabili che modificheranno la nostra vita, non possiamo contare sulle nostre famiglie di origine poiché non ci sono i nonni e le nonne di una volta. Sempre più saremo "locati" nelle RSA che già non godono di buona fama. Nel nostro futuro, secondo quanto già emerge in USA e nei Paesi più avanzati, vi saranno sempre più comunità autogestite dagli stessi anziani che faranno ricorso alle risorse dei loro fondi pensione. Ovviamente non andrebbero molto lontano i milioni di italiani che godono di pensioni minime, di pura sussistenza! C'è un altro rischio e pericolo: che queste cittadelle di anziani ormai fuori dalla vita produttiva, si tramutino nei fatti in "riserve indiane" dove i vecchi attendono la dipartita fra Burraco, festicciole nostalgiche, trombette e cotillon. Esiste già un movimento turistico "sui generis" che dagli USA ai Paesi limitrofi già promuove la nascita di tali cittadelle di anziani, cittadelle che sono recintate e vigilate da guardie armate.
Modena, 11/11/2025
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