ALFIE
Tiene banco nei mezzi di comunicazione la vita del piccolo ALFIE, la sua precarietà e la lotta per la
sopravvivenza.
Io ho fiducia nei medici che lo curano in Inglilterra, e non ho motivo di pensare che siano disumani,
e peraltro capisco che i genitori siano, e debbano essere, gli ultimi ad arrendersi all'esito fatale della patologia che ha colpito il loro bambino.
Ma come è risaputo, l'Italia è piena di persone buone e caritatevoli pronte ad accorrere a ogni emergenza umanitaria, e allora 2 Ministri concedono, "motu proprio", la Cittadinanza italiana al bimbo inglese perché possa essere trasferito al Bambin Gesù di Roma, dove potrà ricevere le cure che i sanitari inglesi gli rifiutano.
Evidentemente, ai Ministri italiani buoni samaritani, all'umanitarismo stucchevole e invadente dell'ospedale della Chiesa, sfuggono gli aspetti grotteschi e ridicoli di un comportamento che pecca
di ingenuità e provincialismo.
In Italia vive un milione circa di minori, cinquecentomila dei quali nati in italia, figli di immigrati, che attendono la nostra Cittadinanza, e nella nostra società esistono sacche di povertà e malessere
diffusi, e carenze sanitarie e assistenziali in molte regioni.
Pertanto, senza nulla togliere al piccolo Alfie, vorrei che le persone buone non ostentassero le loro
attività caritatevoli che spesso appaiono strumentali, o si traducono in semplice esibizionismo.
A.Ferrin
modena, 25/aprile/2018
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