San Barnaba
Quando vado al Cinema nella Sala Truffaut, percorro via Carteria con i suoi portici secenteschi e, più che altro per curiosità e ingannare l'attesa, entro nella chiesa di San Barnaba, posta all'incrocio con le
vie degli Adelardi e San Giacomo, proprio in prossimità del Circolo Truffaut.
E' una piccola chiesa Barocca del '600, ricca di affreschi e finte prospettive, di stucchi e dipinti d'epoca; quasi sempre deserta, è immersa nel silenzio e isolata dal frastuono del quartiere.
L'insieme è un contenitore prezioso prodotto dagli architetti Fontanesi e Vigarani, i pittori Pier Paolo dell'Abate, Sigismondo Caula, Francesco Vellani, l'organo del Traeri sulla contro facciata, sulla facciata invece le sculture del Cignaroli, e infine un antichissimo fonte battesimale in marmo e
confessionali intarsiati del '700, insomma uno spazio speciale che ristora; io non prego, mi limito
a osservare la bellezza che mi circonda, bellezza che richiede solo contemplazione e, a volte, a facilitare questo stato d'animo sono la musica d'organo e il canto gregoriano diffusi nella chiesa.
Domenica scorsa ho voluto assistere al film "L'ultimo viaggio" e come sempre mi sono trovato all'ingresso di San Barnaba da cui fuoriusciva un canto corale; incuriosito, ho sostato e sbirciato la
navata gremita di fedeli filippini: sono gli immigrati che si ritrovano la domenica.
Hanno i loro preti, la loro liturgia,(una variante della Latina-Romana), la loro lingua. il Tagalog:
infatti lo Spagnolo è ormai nettamente minoritario, e per di più anche l'Inglese è lingua ufficiale.
Inutile precisare che questo Tagalog è frutto di parlate autoctone, e per noi incomprensibile.
Osservo lo sciamare dei fedeli al termine del rito, e subito subentra nella chiesa un piccolo gruppo
di fedeli italiani, io mi siedo a riposare vicino all'ingresso.
Il nuovo gruppo si posiziona nei primi banchi, sembra siano in attesa di non so che, quando un
"grande vecchio"( ha oltre novant'anni), a piccoli passi e con l'aiuto di un bastone, si siede con
fatica di fronte all'uditorio e dando le spalle all'Altare maggiore.
L'uomo è un religioso che una volta al mese viene dalle Marche e tiene un'omelia mariana, è una
figura carismatica e sembra possieda poteri taumaturgici: fa distribuire fogli dattiloscritti, poi tutti
in fila, si avvicinano per salutare e ricevono una bottiglietta di acqua benedetta.
Quindi il religioso parla della Madonna, la individua in ogni angolo della Bibbia, quasi la Deifica e
la pone al vertice della cristianità.
E' imbarazzante ascoltare il religioso che si esprime anche con molta difficoltà, è confuso, ripetitivo
e pieno di affermazioni che vogliono essere apodittiche senza esserlo.
Anche un non cattolico percepisce il pressapochismo di questa omelia, le superstizioni di cui è intrisa
e ricorda quando la chiesa non esitava a mettere al rogo anche i sospetti di eresia, mentre ora è molto
più tollerante, accoglie tutti per "fare numero" in omaggio al "relativismo etico" profetizzato da
Ratzinger, ma non per buonismo: è una scelta politica dettata anche dalla necessità.
A.Ferrin
modena, 11/04/2018
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