SCRIBERE

SCRIBERE
libreria di zurau

martedì 19 giugno 2018

Andare a Zonzo

                                                                  Andare a Zonzo


Il chiarore dell'alba e l'aria frizzante mi risvegliano, ho puntato inutilmente la sveglia, ma preferisco così: ho sempre amato le ore del mattino quando i sensi sono vigili e pronti agli impegni del giorno.
Ben rasato, mi accingo a uscire di casa, e rivolgo un'ultimo sguardo alla "gardenia che credevo fosse un'azalea", la sua perdita mi ha confermato che non ho pollice verde, e vederla ormai avvizzita quasi
mi rattrista, la getterò fra ramaglia e sfalcio.
Salgo sull'undici che mi conduce in via Emilia e poi sul sette fino alla fontana del Graziosi, detta dei Due Fiumi (Secchia e Panaro), dove mi fermo a godere dello spettacolo dell'acqua che zampilla e scroscia, e poi gocciola nella grande vasca.
Proseguo a piedi verso il C.A.F., dove mi sottoporrò al controllo della mia TVP: ormai sono abituato
a questo andirivieni, necessario per monitorare i fastidi dell'età.
I mezzi pubblici sono affollati raramente, e frequentati perlopiù da persone di etnie varie, un vero campionario di umanità in cui spiccano mamme con bambini, giovani e molti italiani anziani.
Mi accade che giovani (di più le ragazze) mi offrano il loro posto a sedere, che io rifiuto gentilmente,
e lo faccio con un certo disagio, ma sono colto dal dubbio: perché lo fanno?
A. Ferrin
modena,19/6/2018

Nessun commento:

Posta un commento