Con questo film, a 83 anni, Ken Loach mostra ancora una
volta grande sensibilità per i temi sociali circa la condizione umana,
soprattutto quella dei ceti più deboli della società. Rispetto a quest’ultimo, il suo precedente “Io, Daniel Blake”, è un film
per educande: occorrono infatti tanto di stomaco e cervello per sostenerne la
visione per tutta la sua durata (101’). Il
filo conduttore della pellicola è costituito dai problemi sociali che la
Società moderna pone e crea con i meccanismi insiti nel Sistema:
Produttività e Competitività estrema, ricerca del Profitto, incentivo esasperato
al Consumismo; si perpetuano le guerre “armate” del passato tra popoli e
classi, ma con mezzi più sofisticati e subdoli perché, comunque, la posta in palio
è sempre quella della supremazia e del dominio di un popolo e di un’economia
sulle altre, della lotta fra gli uomini per la sopravvivenza.
Senza dimenticare che già nell’800, all’inizio della rivoluzione industriale, si postulava che questa avrebbe creato nuove opportunità e ricchezza ma, nello stesso tempo, avrebbe prodotto sacche di povertà e di emarginazione, esito inevitabile del nuovo sistema produttivo alla cui base c’è comunque la ricerca sempre più esasperata del profitto.
Senza dimenticare che già nell’800, all’inizio della rivoluzione industriale, si postulava che questa avrebbe creato nuove opportunità e ricchezza ma, nello stesso tempo, avrebbe prodotto sacche di povertà e di emarginazione, esito inevitabile del nuovo sistema produttivo alla cui base c’è comunque la ricerca sempre più esasperata del profitto.
E l’uomo della strada ripete vecchi
modi di dire: “è sempre stato così” oppure “è destino dell’uomo”, e gli
uomini, spinti dalle stesse illusioni e promesse provenienti anche da Poteri
lontani e occulti, continuano a “tirare la carretta”.
Tutto ciò è reso possibile dalla ingenua e comprensibile aspirazione delle
masse a liberarsi dalla schiavitù del bisogno e di poter quindi di vivere in pace; d’altra parte abbiamo sempre dovuto combattere per vivere, ma
spesso quando un raggio di sole filtra improvviso nel folto della foresta, è
ingannevole perché ci riscopriamo sempre prigionieri del suo groviglio
e dei garbugli.
Aggiungo che l’uomo, spesso per debolezza e ignoranza, si fa schiavo, suddito e gregario, facilitando così il compito del Signore o Tiranno di turno: ma come dargli torto se deve fare fronte a un Sistema senza volto, un Moloch indistinto e pervasivo, minaccioso e incombente?
Aggiungo che l’uomo, spesso per debolezza e ignoranza, si fa schiavo, suddito e gregario, facilitando così il compito del Signore o Tiranno di turno: ma come dargli torto se deve fare fronte a un Sistema senza volto, un Moloch indistinto e pervasivo, minaccioso e incombente?
La
vicenda narrata da Loach, è una piccola storia di umanità ma emblematica di una realtà diffusa e, in
quanto tale, universale; il teatro dell’azione è una periferia anonima e povera
d’Inghilterra, dove una famiglia lotta
per l’esistenza. Da
circa vent’anni sono pensionato, ho cominciato a lavorare nei primi anni ’60 e
pertanto, come i miei coetanei, ho la fortuna di aver vissuto l'esperienza
lavorativa nel periodo cruciale della storia economica e sociale del nostro
Paese e dei Paesi più sviluppati dell’Europa Occidentale.
Qui però fa capolino nella memoria ( ricordo rimosso?) qualche immagine degli anni a cavallo del '50: noi eravamo fortunati perché, pur senza scialare, lo stipendio di mio padre era dignitoso, ma
ricordo che la povertà nelle strade era visibile e mi turbava la visione di molti mutilati; di ragazzini e adulti che cercavano e raccoglievano metalli di ogni tipo che consegnavano a centri di raccolta, e per i quali erano ricompensati, altri andavano per campi e colline alla ricerca di residuati bellici che, manipolati incautamente, provocavano incidenti mortali.
L’Italia è passata dalla tragedia di una guerra perduta a una ricostruzione faticosa, tra sacrifici e ristrettezze, ma io ho trovato un’Italia che aveva sanato le ferite più gravi ed era nel pieno di un ”miracolo economico”che stupiva il mondo e ci inorgogliva: ricordo un fermento produttivo e una crescita sociale quasi prodigiosa.
Qui però fa capolino nella memoria ( ricordo rimosso?) qualche immagine degli anni a cavallo del '50: noi eravamo fortunati perché, pur senza scialare, lo stipendio di mio padre era dignitoso, ma
ricordo che la povertà nelle strade era visibile e mi turbava la visione di molti mutilati; di ragazzini e adulti che cercavano e raccoglievano metalli di ogni tipo che consegnavano a centri di raccolta, e per i quali erano ricompensati, altri andavano per campi e colline alla ricerca di residuati bellici che, manipolati incautamente, provocavano incidenti mortali.
L’Italia è passata dalla tragedia di una guerra perduta a una ricostruzione faticosa, tra sacrifici e ristrettezze, ma io ho trovato un’Italia che aveva sanato le ferite più gravi ed era nel pieno di un ”miracolo economico”che stupiva il mondo e ci inorgogliva: ricordo un fermento produttivo e una crescita sociale quasi prodigiosa.
L’offerta di lavoro superava la domanda, ci si concedeva il lusso di cambiare lavoro, e ciò creava maggiori opportunità
per i lavoratori che acquisirono inoltre nuovi diritti sindacali, più stabilità e
libertà con la mobilità sociale e lavorativa, insomma più potere contrattuale
nel rapporto di lavoro, peraltro più garantito e regolato dai contratti nazionali
di lavoro.
C'era un rapporto dialettico fra maestranze e datori di lavoro, ma le difficoltà maggiori nascevano per
motivi di carattere ideologico. (era L'Europa della Guerra Fredda) Non esisteva il precariato che i giovani di oggi conoscono, era assente anche il fenomeno attuale dell’immigrazione ma, in ogni caso, e a mio parere, il periodo delle “vacche grasse” ebbe fine nel corso degli anni ’90.
C'era un rapporto dialettico fra maestranze e datori di lavoro, ma le difficoltà maggiori nascevano per
motivi di carattere ideologico. (era L'Europa della Guerra Fredda) Non esisteva il precariato che i giovani di oggi conoscono, era assente anche il fenomeno attuale dell’immigrazione ma, in ogni caso, e a mio parere, il periodo delle “vacche grasse” ebbe fine nel corso degli anni ’90.
L’economia, fra crescita,
stagnazione, inflazione e stagflazione compiva i cicli previsti dagli
economisti, mentre la società civile, sotto la spinta dei nuovi “bisogni”, e
del “progresso”, elargiva ai Cittadini nuovi diritti, quali il nuovo Diritto di
Famiglia, l’Aborto, il Divorzio, e lo Statuto dei Lavoratori, riforme che sono state nello stesso tempo,
causa e frutto di profonde trasformazioni socio-culturali e di costume.
Cambiava l’Italia che mai più sarebbe stata
quella della mia infanzia, dei genitori e dei nonni: questa era migliore,
peggiore? Sono domande inutili o retoriche: era semplicemente la realtà della
vita che procede con sue regole, e indipendentemente dalla nostra volontà, anche
se noi ci illudiamo di essere “liberi”e padroni del nostro destino.
Loach affronta questi temi e rende drammaticamente lo stato
delle cose nella società “moderna”, è una fotografia delle sue
contraddizioni, con la forbice tra ricchi e poveri che si apre sempre più e i
diritti, che si pensava fossero stati acquisiti, sono sempre più minacciati,
violati o elusi, mentre i ricchi sono al riparo nel fortilizio difeso dalle leggi garantiste della democrazia! Ma noi uomini abbiamo capacità sovrumane nel sopportare le ingiustizie
che subiamo a opera dei Poteri, più o meno occulti, dei potentati economici,
ideologici e religiosi. E i giovani di oggi, per necessità, sono indotti ad accettare o adattarsi a condizioni
di lavoro umilianti, e altri, per loro fortuna e coraggio, trovano nuove opportunità di lavoro oltre frontiera.
D'altra parte, l'avvento dell'Unione Europea ha portato all'introduzione dell' EURO, la nuova moneta comune che, con nuove regole di bilancio e di gestione finanziaria più severe, ha reso tutto più
difficile: l'inflazione non è più uno strumento utilizzabile nella competizione tra le economie europee,
si compete in un mercato sempre più globale e condizionato da regole ferree, un'arena in cui i Paesi più virtuosi prevalgono.
Le nuove generazioni hanno un futuro impegnativo, pieno di incognite e io, con l'ansia propria dei genitori, spero di ingigantire gli ostacoli rispetto alla realtà delle cose.
Vorrei solamente che i giovani non vagassero abbagliati, storditi e fuorviati da luminarie e movide, o che non se ne stessero rintanati come soldati ubriachi nelle trincee, in attesa di affrontare il nemico.
Modena, 2/1/2020
D'altra parte, l'avvento dell'Unione Europea ha portato all'introduzione dell' EURO, la nuova moneta comune che, con nuove regole di bilancio e di gestione finanziaria più severe, ha reso tutto più
difficile: l'inflazione non è più uno strumento utilizzabile nella competizione tra le economie europee,
si compete in un mercato sempre più globale e condizionato da regole ferree, un'arena in cui i Paesi più virtuosi prevalgono.
Le nuove generazioni hanno un futuro impegnativo, pieno di incognite e io, con l'ansia propria dei genitori, spero di ingigantire gli ostacoli rispetto alla realtà delle cose.
Vorrei solamente che i giovani non vagassero abbagliati, storditi e fuorviati da luminarie e movide, o che non se ne stessero rintanati come soldati ubriachi nelle trincee, in attesa di affrontare il nemico.
Modena, 2/1/2020
Nessun commento:
Posta un commento