Trascrivo quì la lettera ideale di Montanelli a un ragazzo nella quale il giornalista racconta la sua esperienza africana, e ciò avviene nel corso del dialogo tra Indro e l'intervistatore Beniamino Placido.
(1994)
"Caro, eccoti in sintesi la mia storia, la storia di una illusione e di una delusione, che furono un pò quelle di quasi tutta la mia generazione.
La vicenda coniugale della sposa abissina rientra nell'illusione. Io volevo diventare un abissino, e
lo feci adeguandomi ai costumi matrimoniali locali. Cioè comprai (500 talleri) la mia Destà ( così si chiamava) dal padre, cui partendo la restituii con un pò di dote( tutti i miei risparmi) che le consentirono di trovare subito un altro marito nella persona di un mio graduato (bulukbashi) di nome
Gheremedin, che al suo primo nato- ma nato due anni dopo il mioi rimpatrio- dette il nome mio.
Oggi io ripenso a questo mio passato con nostalgia non delle cose che feci, ma dell'entusiasmo con cui le feci, e comunque senza vergogna.
Mi feci complice di un errore, ma lo commisi in buona fede e senza trarne alcun vantaggio.
Anche tu, ragazzo mio, commetterai i tuoi bravi errori.
Ti auguro di poterci un giorno ripensare come me, senza arrossire."
Indro (Alessandro Raffaello Schizogeno) Montanelli, 22/4/ 1909-22/7/2001
NO COMMENT
A.Ferrin
modena, 16 giugno 2020
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