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libreria di zurau

mercoledì 17 giugno 2020

PERCORSO DI GUERRA


Io, speriamo che tutto vada meglio per me! Chi non ricorda "Io, speriamo che me la cavo"?
Letto sul muro di una via centrale, fa il paio con le intere pagine di giornali che esaltano il coraggio e l'eroismo degli italiani, generalizzando troppo e ingiustamente, perché si sorvola sul fatto che a fronte del vero eroismo di pochi, ci sono stati molti esempi di egoismo e meschine vigliaccherie.
Senza dimenticare che la pubblicità non era e non è disinteressata: si tratta sempre di beni di largo consumo, ma anche di beni durevoli e voluttuari che con le lodi sperticate promuovono se stessi; e che dire dell'esaltazione del nostro Paese  come "il più bello del mondo"? L'Italia è bellissima, ma perché Spagna e Francia, che non sono i Paesi "più belli del mondo", accolgono più turisti di noi? 
Poi la ripetitiva campagna istituzionale che liscia il pelo al gregge con stucchevoli complimenti che
dovrebbero inorgoglirci, e invece ci insospettiscono per il timore che vogliano distogliere la nostra
attenzione dai problemi veri che sono, e saranno sempre più, montagne invalicabili.
E' la vecchia tecnica manipolatoria di ogni Potere costituito, fatta di annunci e promesse di "panem et circenses", e le masse, colpevolmente impreparate e dimentiche della storia, cercano e sono pronte a nuovi letali abbracci.
Salvo poi dire: "io non c'entro, non c'ero, e se c'ero non vedevo né sentivo, ero contro, siamo stati e siamo vittime innocenti del male assoluto".
Tornando al "percorso di guerra", questa mattina mi sono recato presso un Poliambulatorio convenzionato con il S.S.N.; queste strutture si sono trasformate in veri fortilizi dove non si è accolti se si è troppo in anticipo rispetto all'ora fissata, (per non restare esposto alla pioggia, sono entrato in un bar vicino), quindi, già muniti di guanti e mascherina, si è sottoposti a una sorte di selezione con la
misurazione della temperatura, l'abluzione con gel disinfettante, e infine la firma di un modulo di ingresso.
Novità assoluta è che devi sanificare le mani anche all'uscita: al mio sguardo interrogativo, il "cerbero" all'uscita fa la battuta: "non vogliamo regalare i nostri virus all'esterno".
Tutto giusto, siamo bravi e disciplinati, ma la spiacevole sensazione è quella di essere oggetto di uno zelo eccessivo, o che il tutto serva più alla tutela degli operatori che dei Cittadini.
Da notare infine che già ieri, via telefono, ero stato sottoposto dalla stessa struttura a una preselezione con richiesta di temperatura, se sono stato in quarantena negli ultimi 15 g.g, e se l'attuale stato di
salute è buono.
A. Ferrin
modena, 17/6/2020





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