Vivienne Haig Wood, la prima moglie dello scrittore T.S.Eliot, è morta in manicomio, dove era stata rinchiusa con il consenso del marito.
E' morta in solitudine nel '47 senza rivedere il marito: è la storia triste di una donna afflitta da gravi problemi di salute che quasi certamente ne condizionarono l'equilibrio mentale.
Ho visto il film che racconta la storia del loro matrimonio infelice, ma non saprei dire quanto il film rispetti la verità storica.
Lei era senz'altro dotata di spiccata intelligenza unita a uno spirito libero e anticonformista ma, a volte, il carattere brillante ed estroverso trascendeva in comportamenti bizzarri che nella società inglese del tempo non erano ben accetti.
In questo rapporto tormentato ho visto però i pregiudizi sociali che penalizzavano la donna: Eliot era già poeta e scrittore affermato e la moglie Vivienne era troppo imprevedibile e incontrollabile.
Lei, peraltro, scontava il fatto di essere donna, e nell'otto e primo novecento dominavano le teorie della psicologia e psicoanalisi freudiane, in particolare della cosiddetta "isteria" femminile che spesso isolava la donna relegandola in manicomio.
Quindi accadeva che ci si potesse "liberare" di una donna con una diagnosi utile a farla rinchiudere, con la forza, in manicomio: non si dice esplicitamente che Eliot abbia utilizzato questo strumento, ma sta di fatto che Vivienne visse 12 anni in manicomio fino alla morte, senza rivedere Eliot che peraltro non voleva essere rintracciato.
A.Ferrin
modena, 7/6/2020
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