SCRIBERE

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libreria di zurau

martedì 26 ottobre 2021

STIRPE e VERGOGNA


E' l'ultima opera della scrittrice romana Michela Marzano: ieri sera ho assistito alla conferenza di presentazione al Forum Monzani di Modena.                                                                                              Non vorrei scrivere di questa donna che si rivela buona comunicatrice, ma spesso sopra le righe, che senza reticenze sbandiera con disinvoltura gli angoli più nascosti della propria vita: è ormai costume diffuso di spettacolarizzare anche gli aspetti più intimi della propria vita, e il roboante titolo di questo libro allude alla storia della sua famiglia, famiglia della borghesia affluente.                                              Non mi ispira molta empatia, e tuttavia ne scrivo perché  è semplicemente stupefacente la sua capacità di volgere a suo vantaggio gli errori di nonno e padre, errori che un tempo si diceva ricadessero sui figli, mentre oggi sugli eredi ricadono i benefici maturati; la "vergogna" di cui si parla è quella di avere scoperto che il nonno Arturo è stato un Fascista della prima ora, Magistrato epurato alla caduta del regime, ma eletto nel nuovo Parlamento della  Repubblica, e che infine non ha mai rinnegato la sua fede Fascista, e che al padre Ferruccio, fra i vari nomi imposti al battesimo c'è anche Benito, nome che le è stato nascosto e che lei ha scoperto casualmente dopo molti anni: queste sono le vergogne dolorose che l'hanno fatta tanto soffrire! Come dire che moltissimi italiani non hanno avuto parenti (anche stretti) che a loro volta sono stati "contaminati o compromessi" dal Regime del ventennio.                                        E raccontando di nonno Arturo, diciottenne soldato nella Grande Guerra, che ha combattuto nelle trincee e fatto prigioniero, non una parola di umana pietà per chi ha creduto, sofferto e morto.            Questo nonno Arturo ha fatto parte dei primi Fasci, formazioni in cui confluirono molti ex combattenti che, usciti dalle trincee o dalla prigionia, erano accolti dall'ingratitudine delle Istituzioni, dal disprezzo e odio degli imboscati e della Sinistra estrema che sognava per l'Italia la stessa Rivoluzione bolscevica già vittoriosa in Russia.                                                                                                                               Il trattamento riservato agli ex combattenti reduci di guerra fu tra le cause che spinsero molti italiani nelle file del fascismo: basterebbe sapere un poco di storia per portare rispetto ai milioni di donne e uomini che hanno creduto di fare il loro dovere di italiani o, detto in altri termini, analizzare storicisticamente i fatti, invece la scrittrice è tutta ideologia, attenta solo a fare spettacolo; non si spiega altrimenti che enfatizzi le nefandezze del nazifascismo ma sfiori appena quelle del comunismo.              Ma infine, la grande "vergogna" e travaglio patiti a causa di un nonno fascista della prima ora, e di un padre con il nome Benito nascosto in un documento anagrafico, non ha impedito a Michela di beneficiarne: ne fa titolo di merito e spettacolo; d'altra parte viviamo il tempo in cui tutto è spettacolo, e le persone spregiudicate e ciniche hanno buon gioco a strumentalizzare anche l'orrore e l'abiezione.

A. Ferrin                                                                                                                                                        modena, 26/10/2021

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