L'orologio biologico segnala le variazioni di tempo, temperatura e fenomeni atmosferici: è un orologio regolato dalla natura sul quale sono sintonizzati tutti gli organi vitali e, verosimilmente, azionato da una fonte d'energia infinita. Questa mattina ho avvertito chiaramente il cambio dell'ora solare/legale che, quasi epifania ha riportato ordine nel nostro quotidiano: così, rispettando il ciclo circadiano, mi sono alzato e ho acceso il televisore. Capita che documentari molto interessanti giacciano intonsi e dimenticati nelle teche delle emittenti, e quando vedono la luce si rivelino chicche preziose: è il caso di questo relativo alla vita nella Milano 1982. E' un documento che si guarda con delusione e nostalgia; a distanza di circa 40 anni sono evidenti i cambiamenti nella città che conta una popolazione di1.500.000 anime (tre milioni con la sua cintura), cresciuta e rinnovata sotto molti aspetti, quali l'edilizia con i suoi grattacieli, la viabilità con i nuovi mezzi di trasporto di superficie e non, e la nebbia che non c'é più con la sua cappa di caligine che rendeva tanto difficile quanto suggestivo il cammino di cose e persone. I fatti minuti della quotidianità sembrano immutati: i pendolari che, senza soluzione di continuità, sono rigurgitati da treni e Metro e sciamano nella città per mille vie, e l'obiettivo s'intrufola in interni familiari dove i più piccoli, buttati giù dal letto sono ancora stupiti e assonnati, e i grandicelli invece sembrano più vigili ma già pensosi. Gli adulti si affrettano con buona lena a una meta di lavoro o piacere: la macchina da presa non ne viola il segreto e coglie invece i rari momenti di convivialità negli incontri fugaci oppure nell'approccio a evasioni innocenti. Poi i lavoratori che con il lavoro notturno manutengono la grande "macchina" della città, e noi cittadini molte volte ne ignoriamo o dimentichiamo l'esistenza.
Insomma è inevitabile ricorrere a immagini immediate di termitai e alveari come di società complesse strutturate in mirabili architetture e organizzazioni, ma la formica e l'ape sono consapevoli delle finalità del loro operato, ammesso che vi siano finalità? Sono domande retoriche di sempre e che ovviamente hanno mille risposte possibili, più di quante la mente umana può concepirne; ho una sola certezza: se è vero come penso, che gli insetti sono determinati e indotti, gli umani sono anche essi obbligati a obbedire a una legge che li trascende, ma ne sono "consapevoli"! E' una sciagurata consapevolezza, madre di angoscia e felicità.
A. Ferrin
modena, 31/10/2021
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