Giornata dedicata al contrasto della violenza sulle donne, fenomeno reale e drammaticamente attuale e come sempre accade in simili circostanze, siamo sommersi da fiumi di retorica. Non metto in dubbio l'opportunità dell'iniziativa che però, al pari di altre, riveste più che altro valore di testimonianza culturale e pedagogica: ciò non rappresenta una "diminutio" delle intenzioni da cui nascono, ma lasciano comunque il tempo che trovano. Infatti il problema è complesso e riguarda l'insieme dei rapporti umani, con le sue mille sfaccettature, rapporti in cui sesso, biologia, caratteristiche psicofisiche e fisiologiche sono determinanti, ma non dovremmo comunque affrontarlo con pregiudizio manicheo, cioè indicare l'uomo come orco di turno. e la donna vittima predestinata. Ciò che si legge e ascolta non approfondisce il tema ma si limita a coglierne gli aspetti più clamorosi, non indaga i meandri della mente umana da cui scaturiscono gli istinti inconfessabili che conducono alla violenza e spingono l'uomo a commettere il delitto di sopraffazione sulla donna. In altri termini, si pensa che le differenze fra donna e uomo siano solamente somatiche? O che queste differenze non siano determinanti nella loro psiche e quindi nei loro comportamenti? Uomo e donna si muovono in universi separati e diversi, l'evoluzione e la cultura hanno ridotto la lontananza tra i due sessi, ma il nocciolo duro del loro cervello è ancora preda degli istinti primordiali, e non è prevedibile se e quando la razionalità ne avrà del tutto ragione. Io ripongo la mia fiducia nella cultura, in un'azione di educazione permanente alla conoscenza di se e dell'altro, un'educazione che coinvolga tutti, genitori e aspiranti genitori, figli piccoli e grandi, e alle istituzioni chiamate a legiferare con saggezza, senza dimenticare che l'uxoricidio è spesso anche epilogo dell'eterna lotta di potere fra i sessi. Questo significa che a fronte del femminicidio che provoca scandalo, è necessario analizzare tutto ciò che lo origina: il costume e la morale pubblica in rapida evoluzione cui spesso non corrispondono leggi e giurisprudenza; per esempio non capisco perché il Giudice, esaminando la conflittualità tra donna e uomo, consideri ininfluente (quando non rifiuta a priori di considerare) gli aspetti morali nella relazione fra i sessi. Il reato va perseguito, e siamo tutti d'accordo, ma non è accettabile che si pratichi una giustizia in nome di un'illusoria parità fra donna e uomo, mentre invece i più furbi e prepotenti hanno sempre la meglio, anche se negli ultimi anni la legge sul divorzio ha subito modifiche che hanno reso più equilibrato il rapporto tra le parti in causa. Insomma sembra che gli uomini non possano più apprezzare la bellezza femminile, o debbano fare finta di non vedere le più evidenti manifestazioni con cui la donna (apparentemente inconsapevole) esercita l'arte della seduzione. E' arduo stabilire chi sia cacciatore o preda: la vulgata dice che la donna sia la preda, ma penso che tra i due vi sia un "gioco delle parti" in cui giocano a rimpiattino usando tutte le armi di cui dispongono, e se il gioco finisce male o bene dipende dall'ambiente e dal costume corrente. Senza dimenticare quanto la repressione sessuale, la mercificazione del sesso, e la pubblicità che mostra la donna come oggetto, siano responsabili dell'aggressività e della violenza che a volte scaturisce pure in presenza di un sentimento ineffabile come l'amore.
A.Ferrin modena, 27/11/2021