"Dio esiste e ci credo", lo dichiara un cantante molto noto sedicente intellettuale: beato lui! Quando mi capita di leggere dichiarazioni così perentorie non so se ridere o piangere; da un lato sono felice che abbia visto la luce, e sono anche un poco invidioso, ben consapevole di essere meschino, ma come si fa a non rodersi dentro al cospetto di tale fortuna? In tempi di miscredenza e svalutazione di ogni valore, non è da poco essere certi di qualcosa spacciata per verità. Molti preti gettano la tonaca alle ortiche, i giovani si guardano bene di varcare la soglia dei Seminari, e quelli che perseverano nella loro "missione" sono impegnati nella fatica improba di mimetizzarsi, e infatti in pubblico non si vedono preti in abito talare. Perché sfuggono o si rendono invisibili? Forse per la perdita di prestigio di cui soffre la categoria, perdita causata da reiterati scandali pedopornografici? Questi scandali sono venuti alla luce negli USA, in America latina, in Oceania, e ora in Francia, e le varie Chiese locali sono impegnate in gravosi risarcimenti alle vittime: perché in quei Paesi sì e in Italia no? Non è un caso né una coincidenza. La Chiesa italiana, in rapporto alla sua popolazione, ha sempre avuto il clero più numeroso rispetto agli altri Paesi cattolici, quindi una presenza capillare sul territorio, e l'Italia con Roma, è anche sede del Papato il cui potere temporale ha condizionato nel bene e nel male, e per molti secoli, la nostra storia. Pertanto la Nazione è recente, le sue istituzioni non godono della lunga storia unitaria che avrebbe potuto forgiarne il "senso dello Stato": come spiegare altrimenti la mancanza di senso civico e di appartenenza che spesso ci contraddistingue? E' diffusa convinzione che i cattolici italiani siano più attenti alle direttive della Chiesa rispetto a quelle delle autorità civili; la Chiesa ha formato cattolici conformisti obbedienti alla sua dottrina, essi sono educati a una condizione di sudditanza psicologica da un innato spirito gregario che, unito al controllo capillare che esercita, spiegherebbe perché in Italia non siano emersi scandali in dimensioni clamorose come avvenuto altrove. Mi risulta che il tema non sia trattato nelle Parrocchie o sulla stampa religiosa: sembra che l'unico autorizzato a parlarne sia lo stesso Pontefice, che nei suoi sermoni "urbi et orbi", esprime dolore e vicinanza per le vittime delle molestie sessuali, ma è più che altro una condanna dovuta e formale, non il massimo che ci si possa aspettare dal capo della Chiesa.
A.Ferrin modena, 15/11/2021
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