Ho fatto i miei buoni propositi in prossimità delle festività di fine anno, propositi che si riducono all'intenzione di ridurre all'osso gli acquisti di cibarie e regalie varie. E' un proposito lodevole che penso sia di molti consumatori, ma non so quanti di essi riescano a essere coerenti quando sono catturati nel vortice del consumismo. Questo vortice si alimenta e cresce indipendentemente dalla nostra volontà: è il meccanismo della produzione di beni per il mercato in cui siamo immersi e in cui interagiamo con la nostra umanità; siamo macchine da alimentare, spesso dobbiamo combattere per avere il necessario e, una volta raggiunto, scopriamo nuovi bisogni, quelli voluttuari. E' il ciclo produzione-consumo alimentato dalla necessità e dal profitto, utilizzando gli strumenti che la società moderna, ovvero il Sistema, richiede. Ma sorge il problema della sostenibilità del Sistema: la nostra Specie (quella che noi riteniamo la più progredita) è insaziabile, drena risorse immense sottraendole ai meno fortunati, o alle altre Specie, e così modifica l'ecosistema con il rischio di pregiudicarne la vivibilità. Ma tornando al Consumismo, ho negli occhi le immagini delle mie ultime visite in un Supermercato; nonostante la pandemia di Coronavirus e sue varianti, le folle assediano i mercati che nulla hanno a spartire con le antiche Provvide Alimentari, dove il popolo si recava per pane, pasta e farina, alimenti base di sussistenza in ogni stagione e ora quasi dimenticati. Torme di cittadini, obbedendo all'istinto ancestrale insopprimibile della ricerca di cibo, accentuata da paura e insicurezza, assediano questi mercati come marosi violenti, aggrediscono le scaffalature che lasciano vuote quando si ritirano come risacca stremata.
A.Ferrin modena, 23/12/2021
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