Finito l'anno vecchio tra baci e abbracci più o meno forzati e calorosi, riprendiamo il cammino per aggiungere un nuovo anno alla nostra storia. Gli uomini attribuiscono a questi transiti temporali molti significati legati alle loro aspettative, che sono poi le semplici speranze di chi deve sbarcare il lunario, di chi mai, dico mai, si è permesso il sogno di essere libero e affrancarsi dal bisogno. Le stelle assistono indifferenti alle nostre bagattelle e al nostro destino: siamo noi, uomini e donne che, ostinati nella nostra insipienza, crediamo che lassù qualcuno ci ami. Mi rendo conto che il mio argomentare è triste, anzi provocatorio, e senza pietà per i miei simili che sperano e credono con l'ottimismo dell'innocenza, e che per questo sostengono sforzi sovrumani. Dobbiamo bendarci gli occhi e turarci le orecchie per non udire e vedere lo scempio di cui noi umani siamo attori e vittime nello stesso tempo: come è possibile che riusciamo a tollerare ciò che vediamo accadere sotto i nostri occhi? Dobbiamo accettare che i fatti accadono indipendentemente dalla nostra volontà e che pertanto, in quanto ineluttabili, non sono in nostro potere? Sembra non esserci soluzione di continuità allo stillicidio di dolore e sofferenza provenire dai vari teatri di guerra diffusi sulla terra, e ovviamente penso a quelli più vicini, senza però dimenticare i più lontani: la strage degli Innocenti in Palestina grida vendetta per l'ingiustizia e ferocia che la ispira, e quella di tutte le vittime incolpevoli delle guerre disseminate sul Pianeta. Senza dimenticare che anche fame e malattie sono guerre vere in cui le trincee dividono i più fortunati dai reietti. E noi, uomini e donne, con tutto in nostro progresso e i successi conseguiti in ogni campo dello scibile, come mai non riusciamo a organizzare una società che sia in grado di intervenire per ovviare ai guasti più clamorosi? Invece di trastullarci con i nostri miserabili giocattoli, perché non confrontarci riconoscendo i nostri fallimenti? Ma sospetto di essere entrato nel terreno scivoloso del buonismo, delle buone intenzioni, della retorica spicciola, e allora ripiego sulla speranza che noi, donne e uomini, riusciamo a controllare ed elaborare sempre più quel grumo di materia oscura che alberga ancora nel nostro encefalo. Modena, 3/1/2025
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