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libreria di zurau

lunedì 13 gennaio 2025

IO CONFESSO

E' il titolo dell'omologo Film di Hitchcock girato nel '53 del secolo scorso. Lo ricordo bene perché ero in Collegio quando lo fecero vedere: è la storia edificante nonché emblematica di ispirazione religiosa in cui il prete Montgomery Clift rischia tutto per rispettare il segreto confessionale di cui è depositario. Mi è rimasto impresso nella mente: era ancora il tempo dei grandi ideali, della fedeltà "usque ad mortem", e ci si credeva, poi è subentrato il tempo dei "comunisti rosé" in un campo, e del "relativismo etico" dei cattolici nell'altro campo. Ora, nel XXI° secolo, è tutto più chiaro: non più ideologie, né religione, né etica pubblica o privata, siamo liberati dal fardello dei princìpi e dei diritti, hanno più regole una muta di cani e un termitaio! Ma vogliono farci credere che siamo progressivi e progrediti. Io Confesso dunque, ma cosa? Sì, confesso di aver creduto, di avere sognato, di avere amato, ma anche di non avere amato con più generosità, senza riserve. Confesso l'orgoglio umano, e in quanto tale anche mio, di volere essere al di sopra della natura, ovvero la presunzione di essere più meritevole del più piccolo tra gli esseri viventi. Ecco allora che, in prossimità del traguardo (si fa per dire), vorrei, come chiede il Cantastorie di Vega: "... non essere sepolto nel Camposanto, ma piuttosto nel campo verde dove le vacche sono alla pastura".        

Modena, 13/1/2025

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