Non ho mai capito perché noi ragazzi, organizzati in banda, ci recassimo dalla Parrocchia di "San Giacomo ", già fuori dalle mura urbane, a Chiesuol del Fosso, la frazioncina sulla via che conduce a Bologna. Chiesuol del Fosso indicava quella che era poco più di una Cappella custodita da un prete anziano: era difficile accedervi perché confinava con la strada statale, e perciò priva di uno spazio utile alla sosta dei veicoli. Ma per contro, la Chiesuola era impreziosita da un grande giardino che si estendeva dall'abside fino a lambire il terreno coltivato a frutteto dal mezzadro confinante; questi era molto geloso del suo terreno che controllava con occhio severo. Sul limite fra il giardino e il frutteto di mele c'era un solo, maestoso albero di marasche. In quella stagione era carico di frutti polposi che le varie gradazioni del rosso facevano risplendere ai raggi solari. Negli anni '50 del secolo scorso i ragazzi sciamavano liberamente nei campi; non c'erano televisione e apparecchi telefonici che li distraessero, e allora strada e cortili erano teatro naturale di giochi e avventure, avventure che includevano le scorrerie nei frutteti, rispettando la stagionalità delle varie colture: quindi il tempo delle mele, quello delle pesche e delle pere, poi il mese delle angurie, dell'uva e dei fichi. In futuro non avrei più rivisto frutti così belli! Le marasche sfuggivano alle nostre razzie perché meno gradite al palato, e perciò erano raccolte da alcune donne di casa per produrre il "maraschino", liquore casalingo. Pertanto in periodo di magra miravamo ai rari alberi di marasche che, ignorati dai più, erano carichi di frutti: queste piante erano considerate ciliegi matti. Arrampicati sui rami, tra le foglie, ne raccoglievamo il frutto screziato; forse il prete era anche felice che gli ripulissimo l'albero. Poi, "carichi di gloria" e frutta stipata nei calzoncini corti, facevamo ritorno ai nostri cortili. Sono inesauribili i ricordi di quel tempo, tempo felice molto lontano, che tuttavia ricordo ancora con nostalgia.
Modena, 6/1/2025
Nessun commento:
Posta un commento