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libreria di zurau

domenica 21 dicembre 2025

IL TEMPO E' LADRO

 Il tempo è ladro della mia giovinezza, è il verso felice di una poesia letta non so dove e quando, l'unico   che io ricordi. Cerco invano di non indugiare su pensieri e ricordi molesti per non aumentare lo stato di   malinconia che mi prende come sempre nei giorni di festa o che comunque le precedano. Nel clima di   forzato ottimismo e aspettativa, incontro le mie poche conoscenze che lamentano le stesse ubbie, e   alcune di esse si dilungano nel raccontare traversie famigliari piuttosto tristi. Io sono paziente e ascolto   per cortesia, però riconosco che i rovesci esistenziali altrui mi danno un certo piacere, piacere sottile   ma anche miserabile di cui mi vergogno. Il fatto è che, quando cadiamo in disgrazia, pensiamo di   essere le uniche e sole vittime della cattiva sorte, ovvero i capri espiatori di qualche ignoto aguzzino o   persecutore, salvo poi gioire scoprendo che tutti siamo fatti della stessa natura. Sto rileggendo le   "Memorie del sottosuolo" di Dostoevskij, e mi ritrovo sempre nell'autoanalisi che egli fa di se stesso,   in  cui afferma di possedere una sensibilità superiore alla norma, senza per ciò rivendicare un merito speciale, e infatti dichiara che questa "qualità" gli procura unicamente molta sofferenza e io riscontro la stessa cosa: che avere antenne ipersensibili si corra il rischio di intercettare tutto il male e le turbolenze del mondo che ci circonda. 

 Modena, 21/12/2025 

venerdì 19 dicembre 2025

IL COTECHINO

L'Umanità ha vissuto tempi di vacche grasse e magre, per questo l'uomo è temprato per affrontare e superare ogni evenienza: è forgiato e corazzato dalla storia che lo ha munito di inesauribile ottimismo.  Sappiamo che in giro per il mondo ci sono ancora donne uomini e bambini in fila che attendono pane e zuppa calda. I miei famigliari mi dicevano di quando, nel secondo dopoguerra, dovevano accodarsi per ricevere il pane che era previsto dalla Tessera annonaria! C'é qualche pessimista che gufa contro: la manna finirà, dice (per la società affluente) , ma la massa assicura e rassicura dicendo che quelli sono solo dei corvacci. Natale è ormai dietro l'angolo e io, per l'ennesima volta, cerco di prendere il solito e  unico cotechino annuale. Non vi sono ancora riuscito perché da giorni la bottega di Gino è presidiata da clienti che attendono pazienti il loro turno: sono i carnivori abituali e impenitenti che però, presi uno a uno, lamentano l'arrembaggio in cui sono anche attori. Gino il macellaio, con la solita sua bonomia propone i diversi tagli di carne: questo è buono, quest'altro ottimo, questo è speciale vedrà, insomma fa  solo il suo mestiere, e io mi chiedo quante carcasse di povere bestie contiene la sua cella frigorifera. Dicevo che i Cittadini incrociati nella via esprimono all'unisono la disapprovazione per questa corsa affannosa e scomposta all'acquisto di ogni bene, e che sono stanchi di quest'andazzo che sperano finisca presto. Allora perché? La sociologia e gli studi sulla psiche danno mille risposte che però in pochi leggono. Quindi ci accodiamo obbedendo al richiamo "subliminale" per partecipare al rito pagano e collettivo di sacrificare al Dio o agli Dei che ci guidano. Così trascuriamo le ragioni prime della nostra presenza in questa realtà da cui cerchiamo di evadere perché ci sfugge la sua ragion d'essere. 

 Modena, 19/12/2025

lunedì 15 dicembre 2025

ERA MIO PADRE

Questa è un'integrazione del ricordo di mio padre che ho sognato ancora una volta; è proprio strano il  fatto che io ricordi poco di lui nella mia infanzia, e adesso in vecchiaia mi torni in mente inaspettato. Lo vedo alto e dinoccolato in compagnia di un collega camminare in Piazza Pitagora. Ha solo 20 anni, ma è uno spilungone, e alla Montecatini si erano già accorti delle sue qualità nella meccanica di precisione; negli anni'30 le macchine utensili erano agli albori, la manualità era ancora fondamentale, e  l'operaio capace di manovrarle con perizia costituiva una vera risorsa. Leone, questo il suo nome, aveva  cominciato a lavorare a 18 anni, lasciando la sua famiglia per recarsi a Bolzano dove la Montecatini  aveva già uno stabilimento. Non conosco i dettagli delle sue prime esperienze professionali; mi risulta  che aveva frequentato solamente le prime classi elementari, poi una scuola serale di disegno e quindi il  lavoro di fabbro nella bottega del padre Gelindo, dove mostrò attitudine alla lavorazione dei metalli, e in seguito una specializzazione nella tecnica industriale e negli impianti di ricerca nella Petrolchimica. Per queste sue competenze fu chiamato a Priolo in Sicilia, in Liguria, in Toscana e a Brindisi, insomma era un uomo che aveva la 4° elementare, ma capace di far fronte a molti problemi complessi in ambito tecnico e tecnologico, risolvendo e ovviando così a molte criticità che gli impianti chimici, per loro natura molto complessi, presentano. Dunque lo rivedo in sogno autorevole con i sottoposti, anche ingegneri e Periti, che evidentemente ne riconoscevano la competenza. Sembra di vederlo più in sogno di come lo ricordi da bambino e ragazzo, ma accade infatti che quando si vive in famiglia, si è quasi "separati in casa" anche con i fratelli, e in seguito la memoria restituisce frammenti preziosi della vita. Ho alcuni vividi ricordi degli anni vissuti in Calabria: la sartoria di mio zio Attilio dove toglievo i fili delle imbastiture, poi la Prima Comunione con Anna, quindi a caccia con mio padre che mi portava sulla canna della bicicletta, una Bianchi, e infine le felici scorribande nei campi o sulle colline di creta. Un ricordo vivido è l'immagine di Leone con la testa bendata causa un incidente alla Montecatini. A Ferrara invece Leone mi portò nella Bassa padovana a trovare la sua famiglia dove ho conosciuto i miei nonni e tutta la sua famiglia; Leone aveva acquistato il suo primo motorino: un "Aquilotto Bianchi", era l'anno '53, e con quel 50cc viaggiammo per 80 Km sulla Strada statale di allora, io sul sellino posteriore. In Emilia la mia vita acquistò una maggiore consapevolezza di chi io fossi, e dove. Tuttavia penso che soffermarmi su ricordi lontani non sia cosa buona per me: riemerge la mia scarsa attitudine a vivere nella realtà? Ovvero di guardare indietro e non vivere l'attimo, pienamente l'oggi, qui e ora. E' la vecchia nostalgia della famiglia unita pure nelle ristrettezze, al riparo di valori antichi ma perlopiù condivisi. E' vero che raggiungere l'età avanzata presenta qualche inconveniente, come essere testimoni di dolorosi eventi e rivolgimenti sociali nonché esistenziali, essere superstiti di lutti che colpiscono persone care. Tra i lutti annovero anche gli ideali traditi e i fallimenti provocati o subiti, e il dovere constatare che poco della nostra vita è nella nostra disponibilità. Un ultimo ricordo indelebile riguarda la sua morte a 90 anni; gli sono stato vicino negli ultimi suoi giorni. Un'esperienza dolorosa e lacerante la mia, ma sono "felice" di averla vissuta. Nascita e morte sono gli unici capolavori in cui siamo veri protagonisti. E' la clamorosa ostentazione del mistero, il corpo presente e lo spirito che si estingue come alito di vento, ma è vana ogni protesta. Mia madre se n'era andata anni prima, ma era già immersa nel sonno da molti giorni, e poi ghermita dalla notte.

Modena, 16/12/2025

mercoledì 10 dicembre 2025

NOTTETEMPO

Ultimamente dormo come mai negli ultimi tempi, e queste notti sono affollate dai miei morti. Per primo mi ha visitato Ermanno, poi Gelindo e infine Aurora e Leone mamma e papà, Tina e Maria ancora non sono apparse. A cosa devo la loro visita? Comunque mi hanno fatto felice perché li ho visti sereni nella realtà quotidiana. Tralascio suggestioni della notte e accenno ai giorni bellissimi che precedono questo  Natale con un cielo terso e azzurro. Ieri, per l'83ma volta, ho compiuto gli anni; il tutto si è  svolto come sempre con qualche augurio e molti ricordi. Poi ho risalito via Vaccari verso la farmacia e, al ritorno verso casa vedo una donna giovane, molto giovane, che ha l'aria di chi aspetta qualcuno, o è in attesa di qualcosa, o è semplicemente incerta nel suo cammino. E' giorno di festa, i negozi chiusi, e perciò le chiedo gentilmente se aspetta il Bus (non c'é una fermata), lei accenna un sorriso timido, e mostra il viso con il belletto di fanciulla che sembra una bambola biscuit. Non richiesta, dice anche di essere una massaggiatrice, ma di non avere biglietti da visita nella borsetta. Sono sorpreso, faccio buon viso, simulo indifferenza e saluto col sorriso. Ma cosa succede? Capitano solo a me cose simili?

Modena, 10/12/2025

domenica 7 dicembre 2025

EX CAPITE...

E' trascorsa una settimana dal furto della mia carta Bancomat, carta usata fraudolentemente in vari esercizi commerciali della nostra Provincia nei due giorni di chiusura degli Istituti di Credito. Ho fatto le denunce previste in queste circostanze, e tuttavia, come prevedibile, ero precipitato in uno stato di prostrazione mai così grave. La somma sottratta era costituita dal totale dalla Pensione di Dicembre più la tredicesima '25, quindi è più che ovvio che sia stato stordito dall'accaduto, poi giovedì mattina una telefonata dalla Banca mi comunicava che la stessa aveva deciso di reintegrare quella somma nel mio conto. Per un momento ho stentato a credere, che tutto fosse stato ordito da una mente diabolica. Poi mi hanno mostrato la contabile con i movimenti fatti dai ladri: hanno scorrazzato a Modena e Provincia spendendo 3400 euro in poco più di 24 ore. Adesso, superata la fase acuta della vicenda, nonostante il danno ridotto, resta la tensione per lo scampato pericolo. Se mai fosse stato necessario avere esperienza diretta della micro criminalità diffusa, è ciò che ho avuto, e conferma la diffusa insicurezza che si sente  e avverte serpeggiare fra la gente. La morale dominante è quella perbenista, superficiale e liquidatoria, quella che prevede "codice e manette", mentre penso che il fenomeno sia insito nella natura umana e costitutivo dello stesso sistema che ci siamo dati. E' prodotto della stessa nostra "società civile", in cui uomini e donne sono indotti a lottare per la vita, agone in cui c'è buono e cattivo, giustizia e ingiustizia, ci sono quelli che rispettano le regole e quelli che ne approfittano, dove la trasgressione è regola e l'impunità diffusa, tenendo presente che molte volte sono i detentori del potere i primi a derogare ai loro doveri.       

"Ex capite foetet piscis" 

Modena, 6/12/2025

 

mercoledì 3 dicembre 2025

E' LUI!

Mi ha individuato da lontano e si è aperta a un sorriso smagliante a 36 denti! Ho guardato alle mie spalle perché non pensavo di esserne il destinatario. Sempre sorridente si è avvicinata: come stai? E io, bene. E lei, dove vai? E io, a casa; e lei di rimando, andiamo a sederci al bar? No, devo andare, e sbirciavo nella carrozzina dove un neonato dormiva beato. E ancora lei incalzante, dai vieni a sederti che parliamo. Al mio diniego ripetuto lei ammicca indicando il piccolino e mi chiede di offrirle qualcosa per il latte. Io, non so perché, le porgo una banconota da 10, lei dice che non basta ma la prende. Io non posso darle di più, e proseguo per la mia strada. Sono stato gentile e generoso ma non la conosco; lei si è avvicinata così decisa e affabile che ha demolito ogni mia resistenza. Si è forse diffusa la voce dell'anziano (io?) che elargisce la magra pensione ai truffatori in agguato agli sportelli del Bancomat, e alle madri in ansia per i loro lattanti? Infatti sono reduce dal furto con  destrezza della tessera Bancomat con cui i ladri mi hanno ripulito di c.a.4000 Euro. Ancora oggi, dopo tre giorni dal fatto, non ho recuperato del tutto la serenità. Non si è trattato di violenza fisica, ma questa non la considero meno grave di altre che lasciano segni visibili. Leggo molto della delinquenza dilagante nelle Città, ma quando essa entra nel tuo giardino, allora tocchi con mano che siamo dentro fino al collo in un mare di disperazione e infelicità. E' la prima volta che mi accade una cosa di questa gravità. In passato avevo subito due effrazioni in due diversi appartamenti, con danni agli infissi e scarsa refurtiva, ma con il lascito di disordine e desolazione procurati dai ladri. Altra cosa invece fu il primo raggiro di cui sono stato oggetto a Napoli. Ero risultato Primo nel corso di Marconista, e per ciò premiato con la Licenza Premio di 10gg più viaggio, e così mi avviai alla stazione Garibaldi dove prendere il treno per Ferrara. In prossimità della Stazione mi avvicina un uomo di 40 anni circa, male in arnese, che implora per i suoi figli che fatica a sfamare, e mi offre un orologio di cui decanta i pregi e chiede solo 5000 delle vecchie lire. Nel Febbraio 64 ero militare e il soldo giornaliero era di 150 lire, e se avevo in tasca qualche lira lo dovevo ai miei che me ne inviavano. Infine ho ceduto all'insistenza dell'uomo che era in condizioni pietose, e presi il treno. Giunto in famiglia a Ferrara , felice e contento mostrai l'orologio che invano cercammo di vedere funzionare, e infine, aperta la cassa, questa era "svuotata", priva dei suoi congegni!  Ricordo che abbiamo riso del mio affare concluso in quel di Napoli.

Modena, 3/12/2025