Ci sono quelle prodotte da teatranti o dall'uomo della strada che, anche inconsapevolmente, farnetica improvvisando senza capo né coda , o drammatizza a voce alta contenuti nebulosi, per finire ai venditori in ogni mercato: dai venditori di pentole e piatti, che al mercato intrattengono gli spettatori stupiti, a quelli in giacca e cravatta dalla lingua forbita, e spesso biforcuta, per finire ai politici di bassa lega che usano menzogna e volgarità per turlupinare i più ingenui o, detto in altri termini, per "piazzare" idee obsolete e fare balenare mete illusorie.
A me sfugge senz'altro qualcosa della realtà attuale, o meglio, il suo mutamento negli ultimi anni è stato così repentino che sono disorientato: non riconosco il paesaggio umano che mi circonda, quasi
fosse intervenuta una mutazione genetica; o sono io che con l'avanzare dell'età regredisco, e resto aggrappato a scogli sempre più erosi e svuotati dai marosi?
Ciò che sgomenta è che vengano spacciate per nuove, conoscenze che sono da secoli universalmente riconosciute, e che per ciò dovrebbero essere patrimonio comune.
Anche le acquisizioni della scienza più condivise subiscono la stessa sorte, con apprendisti stregoni
Anche le acquisizioni della scienza più condivise subiscono la stessa sorte, con apprendisti stregoni
che, per ignoranza o calcolo, manipolano fatti, notizie, storia, e così inducono i più sprovveduti a una visione parziale e distorta della realtà.
Il risultato è una omologazione e omogenizzazione culturale in cui tutto è accettabile in nome di un
relativismo rassicurante, a misura d'uomo, e questo accade mentre da anni, padri e nonni siamo alle prese con esami molto più severi di un tempo.
E' tale il disorientamento che la vita tra il giorno e la notte sembra scorrere senza soluzione di continuità, al punto di non sapere se la vita sia più sogno, o che la realtà sia fatta di sogni e fantasia, o se quest'ultima sia la vera unica vita.
A volte penso che noi umani abbiamo perso ogni speranza nel futuro, quasi percepissimo l'inutilità
di ogni sforzo, come gli atleti che rinunciano perché privi di energie.
E infine non vorrei che il mio pessimismo fosse la semplice proiezione del mio stato d'animo.
Penso a Ungaretti che, accucciato in una trincea della Grande Guerra scriveva:
Si sta come/d'autunno/sugli alberi/le foglie
modena, 16/2/2020
A volte penso che noi umani abbiamo perso ogni speranza nel futuro, quasi percepissimo l'inutilità
di ogni sforzo, come gli atleti che rinunciano perché privi di energie.
E infine non vorrei che il mio pessimismo fosse la semplice proiezione del mio stato d'animo.
Penso a Ungaretti che, accucciato in una trincea della Grande Guerra scriveva:
Si sta come/d'autunno/sugli alberi/le foglie
modena, 16/2/2020
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