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libreria di zurau

giovedì 27 febbraio 2020

TRASPARENTI


Gli invisibili sono le persone che non riconosciamo o non consideriamo tali, che non riusciamo a definire o, per farlo, utilizziamo eufemismi allusivi e "politicamente corretti": senza tetto, diseredato, vagabondo, senza fissa dimora, clochard, homeless, barbone; per pudore sono interdetti termini più
crudi ma più rispondenti alla realtà come povero, povertà, miseria.
Insomma esistono ma per noi sono "trasparenti", quando non li consideriamo molesti, ovvero presenze che turbano la nostra quiete pungolando quel che resta della nostra sensibilità umana, che però a volte tacitiamo con l'elemosina.
In realtà dovremmo parlare solo di miseria e miserabili, quali sottoprodotto della società strutturata
della produzione e del consumo; già i grandi economisti avevano previsto che lo sviluppo economico
basato sulla competitività, propria del sistema capitalistico, avrebbe prodotto, con la ricchezza, povertà ed emarginazione sociale.
Detto in altri termini era, ed è utopistico, ritenere realizzabile una società di uguali e infatti, le dure repliche della storia hanno demolito queste generose, ma ingenue illusioni.
Ieri sera ho visto il film "Gli invisibili" che tratta questo tema nel modo in cui generalmente viene
visto nelle società economicamente più sviluppate, soprattutto in Paesi come gli U.S.A. che sono
maestri in questo genere di film.
Sono infatti bravissimi a confezionare pellicole che abbiano mercato e pubblico, ma raramente approfondiscono la realtà: mostrano infatti quadri di oleografie tradizionali e visioni edulcorate della stessa realtà, in obbedienza al principio imposto dalla necessità di "vendere".
Insomma penso che il neorealismo italiano, con quello di altri Paesi, abbia comunicato molto di più e
meglio, la povertà e gli ultimi della società.
Un esempio per tutti: il protagonista di questo film è Richard Gere, quanto di più lontano dalla nostra immagine di barbone, anche se oggi la povertà è nascosta e dissimulata nelle forme più impreviste, ma Gere proprio no! Non riesce a nascondere del tutto il suo ineffabile sorrisetto dietro cui si cela un
americano "wasp" della società affluente e fortunata.
A.Ferrin
modena, 27/2/2020   

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