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libreria di zurau
giovedì 9 aprile 2020
ANDRA' TUTTO BENE... CE LA FAREMO...
Coronavirus, alias Covid 19: andrà tutto bene...ce la faremo...questo augurio, inizialmente, è stato accolto con simpatia perché era uno sprone in una situazione nuova e allarmante, anche se la sua
pericolosità appariva ancora limitata nel tempo e nello spazio.
Poi balconi e finestre si sono spalancati, e una pletora di cantanti e suonatori volonterosi si è
affacciata dispiegando Tricolori e manifesti augurali accompagnati da una colonna sonora fatta
di ogni genere musicale.
Dopo oltre un mese dall'inizio dell'epidemia, presto diventata pandemia, contiamo in Italia
140.000 contagiati e 17.000 deceduti, e nel mondo 1.450.000 contagiati e 83.000 morti.
Alla luce di questi numeri, sono ancora lecite esercitazioni di ottimismo agli occhi di chi ha sofferto e soffre ancora, e dei parenti dei morti? Tutto ciò non può suonare inopportuno?
La pandemia porta con se grave crisi economica e sociale, e il nostro Paese è meno solido di
altri per potere fare fronte alle sue conseguenze.
Ancora oggi la comunicazione ufficiale, unita a quella prodotta da privati e internauti, più o meno spontanea, ma certamente caotica e incontrollata, appare balbettante e immersa in una babele in
cui l'eccesso di dati e informazioni ne minano attendibilità.
Invece non c'è dubbio che siamo nel pieno di una pandemia diffusa in tutto il mondo, e per la quale si evocano flagelli del passato come la "spagnola" del primo '900 che fece da 20 a 50 milioni di vittime.
Anche io penso, e spero, che riusciremo a superare questa crisi, che dovremo però pagare un prezzo alto in vittime del Virus, e per le conseguenze di una crisi economica che impoverirà tutti.
Chissà perché (ma in realtà so perché) la memoria mi riporta a due autori che ho letto in passato:
Caraco e E.M.Cioran, due intellettuali campioni di pessimismo e dissacrazione che in questa stagione di pandemia, se letti, possono alimentare disorientamento e disperazione; infatti, la loro visione della vita è così negativa, che prefigurano il vero Caos come inevitabile fucina del nulla.
Essi demoliscono il "castello di carte" fatto di idee, teorie filosofiche e trascendentali, che danno senso alla stessa esistenza, e senza auspicare virtuose palingenesi della nostra specie.
D'altra parte la sopravvivenza della terra e della vita che conosciamo è soggetta all'arbitrio del caso
e della necessità: questi obbediscono e sono determinati solo dalla natura, e nel suo esclusivo interesse.
A.Ferrin
modena, 10/4/2020
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