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libreria di zurau
martedì 11 agosto 2020
CHE CALDO!
Bersagliati dai dardi solari, non se ne può più; gira e rigira, tra Ferrara e Modena, ho sempre vissuto
in questa terra piatta dominata dalla canicola estiva o dall'umida caligine invernale.
E' una terra che ti fa desiderare la fuga verso il refrigerio nei mesi estivi, o il tepore nella stagione inclemente delle nebbie e della "merla".
Ma è anche vero che le stagioni di questi ultimi anni non sono quelle degli anni '50/60: ora i loro contorni sono più sfumati; negli anni '60 erano ancora fittissime le nebbie della Pianura Padana
nel triangolo Milano-Padova-Bologna: mi accadde di essere disorientato in ore serali, e costretto a sostare per la notte nel primo albergo "visibile".(ciò è accaduto anche nei primi anni'70 sulla strada di ritorno da Domo a Modena con moglie e figli)
Si può dissertare fin che si vuole di romanticismo nelle brume autunnali, della nostalgia nelle grigie
giornate di pioggia, o del trionfo di luce e calore estivi, ma la mente ritorna sempre ai pendii di verde smeraldo, all'odore di muschio, al soffice tappeto nelle pinete, o ai tratturi dei pascoli estivi.
Il ricordo e desiderio più lancinante? E' il ruscello che scroscia sul pendio roccioso, riempie gli abbeveratoi e poi berne l'acqua fresca "a cannella" , e non ti chiedi se sia buona perché sai che zampilla dal monte!
E' un immaginario d'altri tempi lo so, ma ristora e conforta ancora.
A.Ferrin
modena, 11/8/2020
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