FULL METAL JACKET
Dopo molti anni, ho rivisto in televisione il film di Stanley Kubrick; la prima parte del film riguarda l'addestramento che i militari americani sostengono prima di raggiungere il Vietnam dove affiancano il Sud nella guerra contro il Nord; il titolo del film fa riferimento a un proiettile "corazzato" in uso per le armi dei Marines: è un proiettile devastante quando raggiunge il corpo, e con uno di questi Palla di Lardo, il marine impazzito, uccide il Sergente Hartman, autore delle vessazioni dirette alle reclute.
(Si dice che Hartman, o meglio, l'attore scritturato per il ruolo di Sergente, fosse un ex galeotto noto per la sua ferocia)
Il film presenta uno spaccato della società americana, in particolare di quella militare, dentro e fuori
dagli USA; anche in Italia si sono prodotti film che narrano la vita del soldato italiano ma, a parte i
pochi seri, i più trattano l'argomento in chiave comica.
Gli americani, invece sono capaci di affondare il bisturi nelle loro deficienze e ferite senza fare sconti
e possono permetterselo perché le denunce, anche le più spietate, non scalfiscono la fede che nutrono nel loro Paese, né l'orgoglio per la potenza e supremazia che questo esprime a livello planetario.
Infatti raccontano senza censure i fatti più scabrosi che li riguardano, ma fanno anche intendere che
i cittadini, mai mettono in discussione la fedeltà al Sistema.
Il loro patriottismo non è di facciata: il culto che hanno delle Istituzioni, della bandiera e del Presidente è coltivato in ogni ambito della società, dall'infanzia alla maturità; per noi italiani, e per molti europei in generale, c'è molta ingenuità nella loro retorica ma, provare per credere, mentre l'italiano è ipercritico verso il suo Paese, e non si fa scrupolo di autodenigrarsi con gli stranieri,
loro non lo fanno perché ricordano sempre che "right or wrong my country ", giusto o sbagliato, questo è il mio Paese.
Ovviamente c'è anche il lato nascosto della medaglia: da un lato libertà e liberismo quasi totale che contempla però il fatto che puoi giungere alla miseria nel più assoluto disinteresse della comunità, per cui, nel destino avverso, l'unica risorsa è rappresentata dalla carità pubblica o privata.
Ciò accade in ogni settore, nel lavoro e nella sanità, non esistono ammortizzatori sociali e la sanità
pubblica è dequalificata rispetto alle strutture sanitarie private accessibili con piani assicurativi
volontari in un mercato libero e competitivo, la stessa cosa accade nella scuola pubblica dove possono accedere le classi meno abbienti, mentre i più fortunati possono frequentare scuole e College
più validi ma a pagamento.
Ma non è semplice parlare di tutto questo con un americano, ti guardano e sembra non capiscano, e
infatti pensano che tutto sia nella norma: la competizione sociale e la lotta per la sopravvivenza é nel
loro DNA; prima di tutto ai loro occhi c'è la grandezza e il primato degli U.S.A., e in ogni caso non credo siano molto sensibili ai problemi sociali; in effetti conoscere anche per sommi capi l'entità della
potenza economica e militare americana diffusa nel mondo si può comprendere quanto ciò possa inorgoglire il Cittadino americano, quasi al pari dell'antico Romano protetto dalla Cittadinanza: "Cives Romanus Sum".
Ho vissuto una settimana in Illinois, (2004) fra Chicago e dintorni, e trascorso circa 4 mesi nella Caserma Ederle a Vicenza, Base della U.S.A.F.(1964/65)
Nella Base americana ho scoperto l'immagine degli USA e istintivamente la confrontavo con quella
italiana delle nostre caserme; era un confronto per noi mortificante: per la qualità e la quantità dei mezzi e dei servizi di cui godevano i militari americani, dai letti singoli con lenzuoli di lino, servizi
igienici di livello alberghiero, cucina con menu diversificato, nella sala ristorante militari di ogni grado seduti ai tavoli.
Nelle caserme italiane è più corretto parlare di "rancio" in locali che lasciavano molto a desiderare; è
vero che gli americani erano per lo più volontari ben retribuiti e spesso destinati ai numerosi conflitti
che esplodevano ovunque, ed è anche vero che si era in piena "guerra fredda".
Ma la cosa che più colpiva era l'apparente uguaglianza che regnava tra i diversi livelli di grado americani, mentre il nostro esercito sembrava più classista: i quadri Ufficiali godevano di uno status
direi privilegiato, con una loro mensa esclusiva e serviti di tutto punto, e si diceva fruissero di un
menù diverso rispetto alla truppa.
Altro aspetto che colpiva della vita militare degli americani, era la disciplina e l'ordine diffuso, quasi
a dimostrare che il senso del dovere di un cittadino in arme fosse condizione e causa del trattamento
che il suo Paese gli riservava.
Ma devo anche dire che la M.P. americana a Vicenza era molto impegnata nel controllo dei Marines
quando erano in libera uscita: erano così disciplinati nella Base quanto indisciplinati fuori.
Per molti anni le autorità italiane hanno mostrato tolleranza, mentre i vicentini protestavano a più riprese per le intemperanze e gli abusi dei militari che, a volte, si credevano "occupanti".
Gli americani si comportavano come molti turisti stranieri i quali, rispettosi di leggi e regole quando
sono in patria, come vacanzieri in Italia dimenticano le buone maniere, in ciò aiutati anche da noi che
non siamo modelli di educazione civica.
Mi è rimasta impressa la visione del traffico stradale urbano ed extraurbano: gli americani rispettano
i limiti di velocità!
Il film di Kubrick mostra la durezza nell'addestramento dei Marines, ma a me è parso un aspetto
assimilabile in parte all'esperienza vissuta nelle caserme italiane.
Le caserme che ospitano i militari sono quasi "aree extraterritoriali", i cosiddetti luoghi protetti in cui vigono leggi e regolamenti propri (codice militare), che nulla hanno da spartire con la vita civile. Le dinamiche all'interno della vita comune, sono quelle che agiscono in ogni comunità chiusa, in
cui il soldato perde la libertà della vita civile e deve adattarsi alla disciplina militare regolata anche da
leggi non scritte, tra queste anche le vessazioni e l'abuso di autorità.
La gerarchia e disciplina all'interno della caserma sono rappresentate principalmente dalle funzioni
di Sergenti e Marescialli, e pertanto, poiché la caserma deve trasformare uomini in soldati, in questo
contesto è quasi inevitabile che vi siano eccessi disciplinari, esercizio arbitrario di potere, o che
dilaghi, tollerato, il fenomeno del "nonnismo".
A.Ferrin
modena, 18/03/2018
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