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libreria di zurau

lunedì 26 marzo 2018

Un sogno chiamato Florida

                                                             Un Sogno chiamato Florida


Ho visto questo film all'Astra: i critici ufficiali danno risalto alla bravura del Regista, alla
felice recitazione di bambini molto piccoli, con escursioni nella storia del cinema, peraltro ricca di opere magistrali che hanno al centro piccoli, affascinanti protagonisti e, in questo caso, ricordano, fra i tanti, il film di Jean Vigo: "Zero in condotta", altri scrivono che gli americani, finalmente, hanno scoperto il "Neorealismo italiano"!
Per quanto mi riguarda, prima di soffermarmi sugli aspetti estetici e formali, fermo la mia attenzione sui contenuti sociali e politici della pellicola, e non c'è dubbio che in questo caso il tema trattato è quello dell'emarginazione e degrado delle grandi periferie di ogni grande agglomerato urbano in tutto il mondo: in India questo degrado è all'interno e parte del sottosviluppo generale, negli USA queste aree di emarginazione sono il sottoprodotto della Società affluente del capitalismo più evoluto.
In sintesi, siamo a Orlando, in Florida, terra di approdo e rifugio per milioni di ispanici in fuga da Cuba e Centro-America; abitano quartieri dormitorio con le famiglie, spesso mono genitoriali, con madri stanche e umiliate che cercano, tra molti compromessi, di sbarcare il lunario.
Sono i bambini che, ignari della povertà materiale e morale in cui sono immersi, riscattano la loro
esistenza con la gioia di vivere, la creatività e spontaneità di cui sono capaci.
La vicenda mostra la "libertà" di cui godono i Cittadini, una libertà senza freni, in assenza di strutture
assistenziali pubbliche, e tutt'intorno cattedrali del consumismo e dell'alienazione.
A. Ferrin
modena,26/03/2018

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