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libreria di zurau
mercoledì 11 marzo 2020
IN CONTUMACIA
E' il momento del Coronavirus, ormai pandemico, che si estende in tutta Italia e io, come tutti, rispetto le regole stabilite per debellare questo virus.
Sono isolato più di quanto lo sia abitualmente, e le norme emanate aumentano la percezione della
solitudine; è praticamente limitata la libertà di movimento e di spostamenti al di fuori della propria residenza, e ciò comporta effetti evidenti nella vita di tutti i giorni.
Il ritmo della vita rallenta: il grande Moloch della società frenetica e industriosa ha i movimenti del bradipo, i parametri vitali sono quelli di un organismo ibernato o di un coma indotto, persiste solo il
rumore di fondo, quello dell' Universo che le nostre parabole captano.
Pertanto si è costretti a essere in contumacia, occupando la giornata nelle abituali occupazioni e io mi
sbizzarrisco, anche disordinatamente, fra le letture che pilucco qua e la, riprendo in mano libri che
avevo dimenticato, ascolto musica, e scrivo cose che nessuno leggerà, poi leggo Dickens in lingua, ma infine sono svuotato e affamato: sono buone le cose che faccio, mi gratificano anche, ma è questa atmosfera sospesa, fatta di rinuncia e attesa, attesa che non si sa per quanto e perché.
Niente può saziare più dei rapporti umani, e questi sono interdetti, come la frequenza dei luoghi di
distrazione: ora vorrei tuffarmi in folle oceaniche dalle quali abitualmente rifuggo.
modena, 12/3/2020
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