Il titolo richiama le pestilenze storicamente famose, come quelle che hanno flagellato l'umanità nei secoli passati: da quelle più antiche alle Medioevali e Rinascimentali.
Il termine "Peste" ha assunto un significato più ampio rispetto a quello originario di Zoonosi che era
originata da ratti, e proveniente dalla Cina.(nomen omen?)
Ora, dopo Peste, Colera, Spagnola, Asiatica, abbiamo il Coronavirus/Covid19, pandemie che sembra vengano tutti da Oriente, dove sorge il sole.
Ho contratto l'Asiatica nel '57, infezione che ha provocato alcune migliaia di morti in Italia, e oltre
due milioni in Europa; me la sono cavata con 39/40 di febbre per alcuni giorni, dissenteria a go go, seguita da grande prostrazione, però non andai in sanatorio (come accadde ad alcuni compagni di Collegio).
Tutto sommato mi andò bene: eravamo ragazzi, e non abbiamo vissuto in un clima di angoscia per quello che si viveva semplicemente come una grande epidemia influenzale; eravamo tuttavia a
conoscenza della sua pericolosità, e infatti ci avevano portati in visita alla camera ardente dove giaceva il nostro giovane medico (40 anni), deceduto per le complicazioni della malattia.
Invece il Coronavirus/Covid19, che in questi giorni si espande in Italia e nel mondo, diffonde grande
allarmismo, complice l'irrazionalità e incoscienza dei mezzi di comunicazione; questi cavalcano le paure e l'ignoranza dei cittadini provocando comportamenti inadeguati che alimentano ulteriore ansia e timore(le mascherine sono introvabili e oggetto di speculazione).
Ora mi chiedo: è giustificato questo allarmismo? Penso proprio di no, perché le strutture mediche dell'Italia di oggi sono molto superiori, per modernità ed efficienza, a quelle del 1957; inoltre negli anni a cavallo del '57 i morti da Asiatica furono 2000 in Italia e, a tutt'oggi per Coronavirus sono 240 in Italia e 4000 nel mondo.
Nell'aria c'è un brutto clima, quasi a ricordare le pagine manzoniane della peste a Milano: non c'è ancora lo scampanellio che annuncia l'arrivo dei monatti, ma l'atmosfera è di incertezza diffusa e
ingiustificata, in essa trovano spazio truffatori e agitatori di professione, e i commentatori, siano donne o uomini, fanno la loro parte con la voce impostata a mestizia e con volume più elevato, e poi
anche la voce del Pontefice, segregato nelle sacre stanze, sembra una eco che viene da altri mondi.
E non migliorano la situazione i demenziali intervalli pubblicitari, che contribuiscono a deprimere i
Cittadini in contumacia forzata.
I poteri pubblici fanno la loro parte perché "comunicano male": l'ultimo esempio di oggi è il politico
che annuncia di avere contratto il virus, ma nello stesso tempo proclama: "Continuerò la lotta!"
Crede di essere sugli spalti della Fortezza Bastiani nel Deserto dei Tartari?
Ma l'ultima vera notizia del mattino è che l'ineffabile Presidente del Consiglio ha detto che viviamo la nostra "ora più buia", richiamando il Churchill della Guerra Mondiale: questo signore non ha senso
della misura, della modestia e del ridicolo.
modena, 8/3/2020
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