carcere minorile di Nisida |
Ieri sera, per sottrarmi alla tensione indotta dalla diffusa logorrea da "Coronavirus", ho guardato Rai
Storia: si trattava della documentazione della visita che i membri della Corte Costituzionale, avevano
fatto in molte Carceri della Penisola.
Sono riuscito a seguire le visite nei Penitenziari di Milano, Napoli. Lecce, Firenze, Nisida, Palermo, Roma.
Molte le informazioni interessanti circa la vita dei detenuti, ma parole e immagini hanno riportato
alla memoria quelle delle visite di alti Ufficiali nelle caserme durante il servizio militare dei primi
anni '60: tutto era (doveva essere) in ordine, il visitatore entrava anche nelle cucine, assaggiava il rancio e lo apprezzava anche, chiedendone conferma alla truppa, e chi avrebbe osato contraddirlo? Era ottimo e abbondante! Mentre noi reclute, se adeguatamente foraggiate dalle famiglie, scalpitavamo in attesa della "libera uscita" per affollare pizzerie e trattorie.
Per non dire di molte altre carenze che si tacevano perché eravamo giovani in divisa, e dovevamo prestare alla Patria i nostri 15 mesi di Naia.
Nel caso delle visite dei Giudici nelle carceri, è comprensibile che i dirigenti di queste strutture mostrino il meglio del proprio impegno professionale, e ho visto cose molto interessanti, ma l'impressione che vi fosse un copione, che tutto rispondesse a esigenze proprie dell'istituzione, è stata molto forte.
Mi è piaciuta Marta Cartabia, che non era ancora la Presidente, e ho notato Amato che ha ricoperto e
presieduto di tutto e di più.
I momenti più veri si hanno quando viene data la parola ai detenuti: allora emerge l'umanità di italiani e stranieri che, anche in maniera sgrammaticata, dicono della loro sofferenza, del doloroso percorso
nella ricerca di riscatto.
Ma l'emozione è indicibile quando le telecamere riprendono i reparti in cui le donne detenute vivono con i figli più piccoli.
Non manca la retorica; i Giudici sono affabili, disponibili e mostrano di essere sinceri e partecipi dei problemi che i reclusi espongono: i Giudici sono in borghese all'ingresso delle carceri, ma spesso, per deformazione professionale, appaiono quasi rivestiti della Toga distintiva della loro alta funzione.
E infatti si esprimono con parole misurate e prudenti, "diplomaticamente", e allora la Costituzione
Italiana è la migliore del mondo, ma si riconosce che gli ideali e i principi indicati e auspicati non sono del tutto realizzati, che il ruolo della Corte è sopratutto di carattere consultivo.
Però, aggiungo io, la Costituzione è bellissima, come lo sono anche molte Carte fondamentali di altri
Paesi, ma anche le Carte più nobili possono, o dovrebbero, essere modificabili e adeguate alla società
che si modifica ed evolve.
Invece, in Italia, convenienze e pigrizie politiche di parte scoraggiano, quando non osteggiano, quelle
modifiche ritenute indispensabili per migliorare la governabilità del Paese.
Le immagini che ricordo più coinvolgenti: i bambini con le mamme, il viso offuscato a loro tutela; le donne che cercano di riscoprire la propria femminilità; e i detenuti di San Vittore a Milano che godono di scorci della vita cittadina che li circonda(San Vittore è l'unico carcere posto al centro di una città), e infine le bellissime immagini di cielo, mare e scogli di cui godono quelli di Nisida.
A.Ferrin
modena, 5/3/2020
Nessun commento:
Posta un commento