SCRIBERE

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libreria di zurau

sabato 30 novembre 2019

NOVEMBRE


Il piccolo
gioioso                     
la donna
felice
Il cane festoso                                                       
l'uomo assorto
Il vecchio stanco
a mirare fronde
spoglie
d'autunno
Foglie pallide                                               
nella fanghiglia
sotto il cielo
sereno.
A.Ferrin
modena, 30/11/2019                                                                         


giovedì 28 novembre 2019

RE NUDO


Non dire
nudo al Re
coronato
né al prossimo
che tutti
siamo Re
senza corona                                               
Non possiamo
rinunciare
all'illusoria
corazza
di timidi
fantasmi.

modena, 29/11/2020

ETA' DELL'ORO


Io preferisco definirla "Età dell'Oro"; per i Francesi e la storia della cultura, è "La Belle Epoque": il
periodo europeo, a cavallo fra otto/novecento, di grandi fermenti culturali e sociali, anni in cui tutti
credettero di essere "felici", fra speranze e illusioni che sarebbero naufragate con la Guerra 14/18 e
la successiva crisi economica europea.
E io, più terra terra, preferisco estendere questo concetto e riportarlo alla dimensione più personale
e prosaica, nel senso che tutti noi abbiamo vissuto i nostri anni felici, poi contraddetti dalle dure lezioni che la vita impartisce spesso e volentieri in misura ineguale.
Resta il ricordo della mia età dell'oro, ricordo custodito gelosamente come lascito prezioso che mi fa dire :"Eppure ho vissuto!".
E' una magra consolazione? Probabilmente sì ma, per dirla alla francese, c'est la vie.
A.Ferrin
modena,28/11/2019

giovedì 21 novembre 2019

TRA SOGNO E REALTA'

                                                                           

                                                                             
                         SEGRE
                                                                 e la cittadinanza onoraria    
Il Sindaco di Biella, a proposito della Cittadinanza Onoraria rifiutata alla Segre,
ha dichiarato: io sono stato un cretino, lo ammetto e chiedo scusa alla Segre  e a Greggio, il quale ha rifiutato la stessa onorificenza 
per solidarietà con la ex deportata ebrea.
Ma ora si può dire che il Sindaco di Biella è doppiamente cretino!
Greggio invece con lo spot promozionale e autoreferenziale ha fatto rivoltare nella tomba il padre, vera vittima innocente della Seconda Guerra mondiale! Avanzo una proposta che metta fine alla corsa al conferimento di Cittadinanza ad Honorem per la Senatrice a vita: che lei, quale "monumento vivente" di memoria intangibile, sia dichiarata patrimonio dell'Umanità, e si impegni perciò a muoversi fra ricevimenti , orazioni e commemorazioni, portando sul petto il cartiglio che indichi il n°48693, la sua matricola di reclusa in Auschwitz. 
Sarà così soddisfatto l'eterno vittimismo degli Ebrei, e di coloro che, per ipocrisia e opportunismo, strumentalizzano le loro sofferenze passate, presenti, e future
E forse verrà il momento in cui "le anime belle" si ricorderanno delle popolazioni ridotte ancora in schiavitù o alla fame, vittime di conflitti endemici, e di varie condizioni di degrado. Forse, allora, renderanno giustizia ai Kurdi, ricorderanno i milioni di morti armeni e
infine affronteranno l'annosa tragedia dei Palestinesi che sono costretti a vivere errabondi o nei campi profughi in condizioni disumane.
Mi riferisco al diritto dei Kurdi di creare il proprio Stato, ai Palestinesi di vivere in un loro Stato e, in confini sicuri, come è già consentito    allo Stato di Israele.                  

LA CUGINA
Il Papa incontra in Thailandia una cugina missionaria, che gli farà da interprete.
E' singolare che Bergoglio non si sia ancora recato in Argentina, suo Paese natale dove, peraltro non avrebbe bisogno di interpreti. 



WEWORLD FESTIVAL

Si tiene a Milano il festival di WeWorld Onlus
sono invitati personaggi vari della cultura, e tra questi c'è Roberto Saviano, il "graziato" sulla via di Gomorra, onnipresente e onnisciente, ovviamente sotto scorta.
Non è il solo personaggio pubblico "s.s.p.e" sigla che sta per 
"Sotto Scorta Permanente Effettiva". 
  Non si conoscono i costi di questi servizi "ad personam": spero solamente che siano              erogati saggiamente.  

A.Ferrin
21/11/2019


lunedì 18 novembre 2019

A SPASSO

Promesse
nel                                   
sentiero
di sogni                                               
Dove vai?
Stelle spente
dicono di giorno
ormai breve
Non più mercato           
di lusinghe
ozi beati
solo ghirlande
di effimeri
fiori di campo.

Modena,19/11/2020

                                                         

venerdì 15 novembre 2019

KOSAKLAND


Kosakland, è la piccola Patria che i nazisti promisero ai Cosacchi quando questi scesero al loro fianco nella battaglia di Stalingrado.
L'odio di Stalin e dei Soviet per i Cosacchi nasceva dal primo dopoguerra quando, caduto lo Zar e lo
zarismo, era subentrata una feroce guerra civile fra Bolscevichi e Menscevichi, guerra civile nella quale i Cosacchi, sempre fedeli all'impero zarista, avevano avversato la nascente Russia Sovietica.
Con il trionfo dei comunisti, iniziò la persecuzione dei Cosacchi e di tutti gli oppositori del nuovo regime, per i quali si aprirono i Gulag, e la deportazione in Siberia.
Quando, nel '41, la Germania tradì il Patto "Molotov-Ribbentrop" invadendo la Russia, i Cosacchi si
unirono agli invasori che, in cambio dell'alleanza, promisero di cedere al popolo Cosacco nuove terre per edificarvi il loro nuovo Stato.
Ma le vicende belliche condussero alla sconfitta della Germania a Stalingrado, e le Armate tedesche,
incalzate dall'Armata Rossa, furono costrette a ripiegare, anzi a una vera e propria rotta.
I resti dei combattenti Cosacchi, insieme alle famiglie, seguirono i tedeschi nella ritirata verso l'Ovest; era un corteo povero, ( da 30 a 50000 persone) con pochi mezzi, illusi di raggiungere terre
nuove dove avrebbero potuto fermarsi: la loro "terra promessa" era la Carnia in Friuli, ma durante questo esodo i Cosacchi non sono stati trattati meglio di come sono stati trattati gli italiani dagli stessi tedeschi nel corso della comune ritirata dalla Russia.
Gli Alleati incalzavano i Tedeschi dal Sud, e i Partigiani calavano dai monti, i Tedeschi in ritirata su tutti i fronti riparavano in Carinzia, e invece i Cosacchi furono ricacciati verso Est perché Stalin ne pretese la consegna per punirli del il loro "tradimento"; il Generale inglese Alexander dovette obbedire per rispetto di accordi preesistenti fra i vincitori.
I resti di questa umanità di uomini donne e bambini, furono caricati su vagoni-bestiame e ricondotti
in Russia: molti di essi preferirono suicidarsi, altri furono gettati nel fiume Drava, e si pensa che pochi siano sopravvissuti a fatiche, fame e malattie, e poi all'esilio in Siberia.
La Carnia è una terra molto bella, ed è struggente il pensiero che quel popolo disperato abbia per poco vissuto nell'illusione di avere realizzato un sogno.
A.Ferrin
modena, 15/11/2019





mercoledì 13 novembre 2019

ALDA


Ieri sera ho rivisto una biografia di Alda Merini, la poetessa milanese scomparsa nei primi anni 2000.
Il suo nome mi ricorda una delle mie zie, sorella di mia madre: la sua memoria è legata alla mia infanzia perché viveva nella nostra famiglia, in seguito sarebbe vissuta in quella del fratello Attilio e infine presso la sorella Amalia.
Era "zitella", così si diceva un tempo, sempre nell'ombra, al servizio degli altri con generosità e con
abnegazione, raramente ricompensata e gratificata come avrebbe meritato.
La sua presenza era discreta e generosa di ironia e allegria;  ci ha lasciati novantenne, e ne serbo il ricordo con nostalgia.
Di Alda Merini ho letto le vicende sul Corriere dell Sera nei primi anni '80: era amica di Manganelli,
l'intellettuale che scriveva sul "Corriere", e che insieme ad altri ne scoprì il talento poetico.
La storia di Alda poetessa, è prima di tutto storia di una donna, una donna qualsiasi dotata di una non
comune percezione di una "realtà altra", fuori da ogni schema cosiddetto normale, dal conformismo da cui non si può uscire senza incorrere nell'emarginazione sociale, e quindi essere additati come pazzi.
Questa diversità, che inquietava la società "ordinata", era da sempre fronteggiata con la psichiatria e
con il manicomio, manicomi nei quali, chissà perché, erano rinchiusi prima di tutto i soggetti più deboli, privi di tutele e comunque dei ceti più poveri.
Poi venne la "legge Basaglia" con la chiusura dei manicomi, e molti malati ne uscirono obbligando
la società a vivere, a convivere con la malattia mentale, e scoprire così quanto fosse difficile e arduo distinguere tra follia e salute mentale, cioè quanto sia labile il confine tra follia e salute mentale e, a
questo proposito, (è quasi un luogo comune) non pochi si sono sempre chiesti se fossero più matti
i segregati in manicomio, o i cittadini "liberi".
Alda Merini ne è uscita: ha riacquistato la sua "libertà", con i suoi vizi e virtù, rifugiandosi nel suo
quartiere di Porta Ticinese, sulla riva del Naviglio Grande.

**
Nei primi anni'80 lavoravo già con l'Interspazio e frequentavo Milano, ero curioso di conoscere questa Poetessa e così scoprii Ripa di Porta Ticinese dove abitava la Merini; si diceva di lei che fosse
per lo meno "stravagante".
Non conoscevo questa zona di Milano: è sempre stato un quartiere popolare; all'inizio di  Ripa di  Porta Ticinese, all'altezza del 47 c'è l'ingresso della casa in cui abitava la Merini, ci sono andato sapendo che era sempre aperta, che lei faceva entrare liberamente, c'è un piccolo cortile con balconi
tipici delle case di ringhiera.
Il suo ingresso è al piano terra, (ma la memoria può tradire) c'è una targhetta con "Carniti-Merini"; busso, non risponde nessuno, ma basta toccare il portoncino che questo cede aprendosi su una camera grande, immersa in un disordine totale: fogli di carta sparsi ovunque, e molti posacenere, una vecchia  macchina da scrivere, ma lei non c'è, un letto matrimoniale sfatto è addossato a quello che Alda ha definito "il muro degli angeli", zeppo di numeri telefonici messi alla rinfusa, ma anche altre pareti sono istoriate con numeri e pensieri vari: lei scrive dove vuole o le capita.
Non mi sono soffermato perché ero a disagio, e così sono uscito dirigendomi verso la Darsena e, all'altezza del numero 14, c'è il Vicolo dei Lavandai, con i lavatoi di pietra protetti dalla tettoia (non
sapevo che in quel tempo fossero gli uomini a lavare i panni, i bugade').
Così la Merini, nonostante, o grazie ai dieci anni di reclusione in manicomio, con gli immancabili elettroshock, 2 matrimoni e 4  figlie di primo letto, ha maturato grandi capacità di creatività poetica e una libertà di parola da grande affabulatrice.
Ma non sono forse queste le condizioni da cui può scaturire la vera poesia? Se la sofferenza non ti
distrugge, ti dona nuova vita.

**Dopo la sua morte, la casa che aveva occupato è stata svuotata, e le sue cose risistemate nella vicina via Magolfa, in un piccolo museo a lei dedicato.
Qui è stato ricollocato, quasi affresco, anche il suo prezioso,"muro degli angeli".

A.Ferrin
modena, 13/11/2019

lunedì 11 novembre 2019

DILUVIO DI PAROLE


E' la mia opinione, ma anche l'immagine realistica di uno stato di fatto: il diluvio di parole da cui
siamo sommersi nella società dominata dai più sofisticati mezzi di comunicazione di massa.
Siamo catalogati, inquadrati, individuati, pesati dalle tracce che lasciamo nel nostro percorso di vita, 
senza vie di fuga in quanto le nostre catene sono tanto invisibili quanto sicure.
I nuovi strumenti informatici hanno dilatato a dismisura gli spazi di un "mare magnum" inesauribile (apparentemente) della realtà sociale definita "Fluida", che ci rende quasi onnipotenti per il potere
che abbiamo di scorrazzarvi a piacimento e nell'anonimato.
Una prova significativa di questa evoluzione tecnologica è costituita dall'arretramento della carta stampata,** il cui processo produttivo e distributivo è lento: le notizie giungono sempre dopo quelle di radio, social e televisione, e sono inoltre superate dal "tempo reale"dell'immediatezza, e quando fanno capolino, sono già "vecchie" rispetto a quelle urlate.
E' vero che "Verba volant et Scripta manent", che cioè le parole gridate e confuse si volatilizzano presto, e quelle messe "nero su bianco" sono lì fisse, in paziente attesa di lettori più volonterosi e quindi meno propensi a utilizzare parole dalla vita breve come meteore, e che invece coltivano il piacere della ricerca e dell'analisi.
Uno tra i vantaggi della carta stampata è quello di poterla leggere e approfondire, ma lo sforzo è facilmente vanificato dalla incolmabile differente velocità dei due sistemi.           
Infine, questo è più preoccupante, giovani e meno giovani acquistano pochi libri e giornali, e si affidano a Internet, terreno di elezione dei social più diversificati, utilizzando i quali, per le loro caratteristiche, possono essere facilmente preda di manipolazioni e distorsioni. 
Twitter, Facebook, Instagram, dominano con le loro applicazioni : sono scorciatoie stupefacenti, anche utili nella comunicazione, ma che offrono rapidità e immediatezza a scapito della chiarezza. 
Insomma il Cittadino deve impegnarsi molto per districarsi nel ginepraio di fatti e notizie in cui si trova, e avere così più elementi di giudizio per una percezione più verosimile della realtà.
A meno che non sia disposto a rinunciare alla propria libertà, o che non vi abbia già rinunciato.
**le copie vendute sono un decimo di quelle degli anni '80, quelle in digitale non compensano le  perdite del cartaceo.
A.Ferrin
modena, 11/11/2019                                                  

martedì 5 novembre 2019

ANTIFASCISMO


In quale altro Paese d'Europa (o del mondo) oltre all'Italia, si dibatte di Fascismo e Antifascismo a
74 anni dalla fine del 2°conflitto mondiale, e dalla caduta di Fascismo e Nazismo?
L'Italia è ancora invischiata in una disputa tutta ideologica, anacronistica e manichea, con al centro
la storia di questo lungo periodo.
Sembra che gli animi (incredibile!) non siano ancora pacificati o che, per lo meno, non siamo stati
capaci di storicizzare gli avvenimenti, e quindi di fare i conti con noi stessi, per cui ogni occasione è
buona per innescare vecchi scontri e una vieta retorica spacciata per idealismo, mentre invece è pura
ideologia.
Nella realtà italiana influisce negativamente il nostro provincialismo unito al deficit di cultura storica, e la mancanza in noi di "senso di appartenenza".
A.Ferrin
modena, 5/11/2019

martedì 29 ottobre 2019

TEATRO ANATOMICO


Ieri, giornata di fine ottobre dal clima ancora estivo, mi sono diretto in Centro città per curiosare tra i banchi del mercato di antiquariato: sono sceso dal bus in Largo S. Agostino, ed ero già sulla via Emilia quando ho notato che fiancheggiavo l'ex Ospedale omonimo con annessa l'antica Farmacia;
il complesso edilizio è dismesso da molti anni, e in attesa di ristrutturazione, per essere poi destinato a istituzioni culturali.
Ora il grande complesso è spoglio e vi si possono visitare solo gli ambienti della Farmacia Storica e del Teatro Anatomico, ambedue Settecenteschi come l'Ospedale Sant'Agostino.
Sono entrato nella Farmacia, originariamente detta "Spezieria", annessa al "Grande Spedale degli Infermi", che era gestito dall'"Opera Pia Generale dei Poveri".
La grande sala ha una volta a padiglione, e conserva le decorazioni ad affresco con fregi, girali
ad ovuli, lunette, vasi di fiori e profili di grandi studiosi; è visibile anche la grande mano aperta con il
motto "Patet omnibus": "Aperto a tutti"; le scaffalature sono in legno d'acero con le cromie originali come il blu oltremare e finiture in lamina d'oro, sui ripiani erano collocati numerosi libri di farmacia,
e più di cento vasi di maiolica, e mortai di bronzo e marmo.
Questa Farmacia era ancora attiva nei primi anni'70 del '900, quando con la famiglia ci trasferimmo a Modena, e ricordo che ci andavo anche in piena notte per le necessità dei bambini.
Quindi, con un camminamento nei vari ambienti settecenteschi si giunge al Teatro Anatomico, opera
legata al chirurgo Antonio Scarpa, proveniente dall'Università di Padova, che fondò a Modena una Scuola di Chirurgia e Anatomia e, per sinergia fra Ospedale e Università di Modena, fu creato il
Teatro Anatomico per il quale fu preso a modello quello di Padova.
E' un vero, piccolo anfiteatro in legno; prospiciente l'emiciclo, c'è il Tavolo Anatomico, con le lavagne corredate dal cassettino dei gessi.
L'anfiteatro aveva una capacità di 400 posti a sedere, sono dominanti i colori pastello nelle diverse gradazioni dell'azzurro.
Ma ciò che più impressiona è la sala attigua, che era adibita alle esercitazioni di studenti e medici: vi
sono otto "postazioni", con otto tavoli anatomici in granito dove i cadaveri erano distesi, pronti per
autopsie e lezioni di anatomia; ho notato anche, (non vorrei sbagliare) un sistema efficiente di
drenaggio dei liquidi, e infine penso con raccapriccio che i corpi destinati a questa sala erano quelli
dei più poveri e diseredati del tempo ma, mutatis mutandis, è cambiato qualcosa dopo 250 anni?
In ogni caso è una visione che evoca interventi molto cruenti, e alla quale non si può essere del tutto
indifferenti.
A.Ferrin
modena, 29/10/2019
                   

venerdì 25 ottobre 2019

ELIZA


Prese la via che conduce alla marina, e poi immette sul lungomare verso il Camposanto già annunciato dalla cortina di alti cipressi che lo celano alla vista, quasi a non volere turbare i bagnanti
che gremiscono l'arenile.
I raggi del sole di mezzogiorno infierivano sulla sabbia e sull'acqua della stanca risacca, dove la costa bassa lascia intravedere il fondo di alghe, e il luccichio diffuso scintilla a perdita d'occhio.
Annibale tolse le scarpe per bagnarsi i piedi, fece un breve tratto sul bagnasciuga camminando nello sciabordio che l'onda produce fra le barche tirate a secco, ma subito preferì ritornare sulla strada
perché era ormai prossimo l'ingresso del Camposanto.
Oltrepassò il pesante cancello e la cinta muraria; il bagliore della spiaggia infuocata si tramutò in una
frescura imprevista: il Campo, molto esteso, si inoltrava nella folta vegetazione verso le colline dove, fra siepi di bosso e cespugli di rose selvatiche, spiccavano i marmi candidi e grigi delle sepolture; prati erbosi ben curati dividevano le tombe monumentali da quelle dei comuni mortali, e il loro isolamento ne accentuava l'importanza ma anche la solitudine.
L'uomo si addentrò tra filari di sepolture di tutte le fogge, dal marmo pregiato e screziato alla pietra di graniglia più comune, dove le iscrizioni sono laconiche e aliene da ogni sentimentalismo: qui i morti non parlano come si figuravano gli antichi romani nelle loro iscrizioni funerarie, o come quelli di Lee Masters nella sua "Spoon River".
Annibale giunse infine a un tumulo di marmo rosa, la lastra era senza fotografia: a un'estremità era inciso il nome "ELIZA", e in basso la dicitura: "Sempre con Te", il tutto protetto da un cespuglio di mirto; sedette su una pietra e posò lo sguardo sul nome della sua donna e, come era suo solito, le parlò: "ciao Eliza, sono venuto a piedi dalla marina, il sole cocente riscalda l'acqua di mare e la
spiaggia è affollata, ho notato che i nostro ex capanno è occupato da una famigliola intenta a frugare
nel paniere, trarne il cibo e il necessario per apparecchiare il tavolino pieghevole.
Ti ricordi le nostre giornate alla marina che non ci stancavano mai? La tua pasta al forno, e le tue
parmigiane? E le faticose vogate con la barca a strisce verde azzurre, con cui si approdava alla diga
foranea da dove scrutavamo l'orizzonte più lontano? Ricordi? Eravamo sdraiati sui massi frangiflutti a farci cullare dal venticello di ponente: sembravi felice, ti sorridevano gli occhi, e non mi sfiorava l'idea che, più del male fisico, fosse l'infelicità a tormentarti.
Ti ho chiesto mille volte perdono, e la tua comprensione ha acuito il mio senso di colpa: a volte penso
che la tua assenza sia la giusta pena per la mia colpa."
All'uomo parve, o fantasticò, di udire la voce di Eliza che lo rassicurava dicendo: "tu lo sai, io ho perdonato e sono incapace di serbare rancore, ma devo confessare che anche io ti ho tradito: ero in
grande solitudine, e tu eri assente in anima e corpo; ma tutto ciò è passato, e non vedo l'ora che tu mi raggiunga".
L'uomo si sollevò sulle gambe malferme, rivolse un ultimo sguardo alla pietra tombale della moglie e si staccò dal tumulo che il sole rosseggiava all'orizzonte: si affrettò all'uscita prima che il custode chiudesse il cancello.
Annibale riprese la strada di casa: attraversò piazza Pitagora per risalire il Colle sulla cui sommità la casa fronteggiava le vecchie scuole elementari.
Non era sereno, ma piuttosto turbato e combattuto tra opposti sentimenti: lo stupore e l'amarezza per
la rivelazione di Eliza, da cui ricavava peraltro una sorta di sollievo.
Senza riuscire darsi pace, come un automa, aprì l'uscio di casa.

modena, 25/8/2020



martedì 22 ottobre 2019

ATTESA

                                                             
Non strepiti
alla luna e                   
lontane stelle,
branco                     
smarrito
freme                                             
scruta
orizzonte
lusinga       
d'alba
nuova                                                                                                                                             


modena,05/1/ 2020

sabato 19 ottobre 2019

Chi Cosa Come Quando Perché


Questa era la scaletta alla base dei corsi di tecniche di vendita cui ho partecipato dagli anni '60 in poi, corsi che preparavano all'attività lavorativa.
Le tecniche di vendita e il Marketing erano nati negli USA agli inizi del '900, e poi fatte proprie dall'Europa occidentale, che le teorie e le relative applicazioni hanno subito modifiche ed evoluzioni
anche in Europa, parallelamente allo sviluppo dell'economia di mercato.
D'altra parte la materia si presta all'elaborazione teorica e sperimentale perché il campo è vastissimo, e tuttavia, sfrondando la teoria, si nota che le basi sono quelle del primo Novecento: i quesiti cruciali
sono invariati anche se, nel frattempo, si sono arricchiti del contributo della psicologia, la psicanalisi, e le scienze umane in generale.
Sono le stesse domande che la filosofia pone da sempre all'intelligenza degli uomini, i quali si
"arrampicano sugli specchi", ricavandone soluzioni e risposte parziali, dal che si deduce che il valore della cultura risiede, deve risiedere nella ricerca continua, senza facili illusioni e autocompiacimento.
Infine questo "interrogarsi" ha a che fare con la curiosità, dote innata o acquisita?E'l'attitudine di chi avverte la necessità di indagare e approfondire: sono i lettori onnivori e gli studiosi instancabili nella ricerca.
A.Ferrin
modena, 19/10/2019

mercoledì 9 ottobre 2019

PASSIONI


Vi sono poeti e poesie immortali: in esse, anche le più umili, la bellezza è diffusa e spesso inattesa.
E tuttavia( e giustamente) molti si avventurano nella ricerca di forme e accenti nuovi con i quali
esprimere se stessi circa la natura, la bellezza, la vita, e le passioni che dominano l'animo umano.
E' una ricerca inestinguibile nell'uomo, ricerca che attinge alla camera magmatica che ha dentro di se,
magma che, come in un vulcano, ribolle e preme per portare in superficie le energie occulte e represse: poi si placa e cade in sonno, ma è sonno o preludio di future esplosioni?
Ma qual'è il nesso con la poesia? L'accostamento è tutt'altro che originale, e anche abusato, ma penso  sia sempre efficace.
A.Ferrin
modena, 9/10/2019

lunedì 7 ottobre 2019

I MAYA E LA FINE DEL MONDO

Frugando tra ricordi personali e di famiglia, ho ritrovato un'immagine votiva che i miei genitori
tenevano affissa sul letto matrimoniale, e che io conservavo nella cassapanca.
L'icona è ancora avvolta nel giornale con cui volevo proteggerla: una copia del "Corriere della Sera" datato 21 dicembre 2012! E' una copia integra, con le rubriche consuete in cui i politici sciorinano le loro promesse e fanno annunci di novità che non avranno seguito, la "cucina" del giornale è la solita,
con gli stessi ingredienti di sempre: retorica e demagogia, piaggeria e allarmismo, servilismo e arroganza, verità e bugie. Si dirà che qui si tratta di maldicenze qualunquistiche, ma non è questo il caso; ho sempre seguito con passione la politica italiana, una delle più difficili da decifrare, e tuttavia
non affermo di comprenderne del tutto i meccanismi ma, d'altra parte, in quel mare sono a proprio agio solo i politici di professione: infatti l'attività politica non è comunemente intesa come servizio alla collettività, ma piuttosto mezzo di promozione economica e sociale, un ingranaggio in grado di
stritolare, ma anche di condurre ai vertici del potere.
Oggi, 7 ottobre 2019, a distanza di sette anni, quella copia riporta una cronaca che sembra attuale, dei  nostri giorni.
Siamo invece al 21 Dicembre del 2012, in prossimità del Natale: abbondano indicazioni per il menu delle festività, fra ostriche, vini e doni preziosi, ma trova ampio spazio anche l'antica profezia dei Maya che hanno previsto la"Fine del Mondo" proprio in questo giorno del 2012; tra il serio e il faceto
si scrivono testamenti per gli eredi, si avverte nell'aria un'atmosfera da "anno mille" che però non arresta la corsa agli acquisti natalizi.
C'è chi pensa ai rifugi e di andare non si sa dove, per sfuggire a una profezia mitica che non ha basi
scientifiche, e infatti si fugge anche dalla scienza dopo che questa ha acquisito verità accettate dalla comunità: infatti il sole ha una vita di 5 miliardi, e ne ha almeno altrettanti di vita futura.
Infine, questa copia di quotidiano potrebbe essere stata scritta ieri perché vi appare immutata l'umanità nell'insieme: l'uomo è sempre uguale a se stesso, la sua evoluzione è compiuta, e la dimenticanza della
propria realtà e destino sembra la condizione necessaria per poter vivere, o sopravvivere.
A.Ferrin
modena, 7/10/2019

venerdì 4 ottobre 2019

OTRE


Amori fatui
ignari e muti
deserto
senza orizzonte
Cosa fare di un otre
vuoto?

modena, 1/10/2019

venerdì 27 settembre 2019

GRETA THUNBERG

Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg, questo è il nome completo della giovanissima svedese che
si è imposta all'attenzione del pubblico con la sua campagna ecologica per la salvezza della terra: è stata candidata da qualcuno anche al Premio Nobel.
La ragazza ha 16 anni, e poiché non si tratta di "notizie-bidone", si può scegliere se ridere o piangere;
ha già parlato all'ONU, additando gli adulti come responsabili di inquinamento, effetto serra, nonché distruzione del nostro pianeta.
L'approccio della ragazzina a problemi tutt'altro che semplici, è semplicistico, sono problemi che la scienza ha individuato da molto tempo, e la cui soluzione non può che richiedere tempi lunghi; in tutti i casi io non critico Greta, né la giudico perché considero la sua giovane età, la sindrome di Asperger da cui è affetta (a proposito della quale non ho capito se questa sia una menomazione, o se aumenti le capacità intellettive).
Io sono piuttosto stordito dal comportamento degli "adulti", di politici e Istituzioni che, per demagogia e opportunismo, fanno da cassa di risonanza a campagne per lo meno allarmistiche.
E' la cattiva coscienza a consigliarli? Se così è, allora siamo tutti responsabili: anche gli studenti più
giovani che scioperano lasciando le aule scolastiche, inalberano manifesti ecologisti, e scorrazzano
nella città non rinunciando a divorare Hamburger di carne, e altro "cibo spazzatura".
Segnalo peraltro una delle molte contraddizioni dell'attivismo e del clamore originato da Greta: la ragazza, per la traversata atlantica verso New York, ha usufruito della barca del Principe Casiraghi
del Principato di Monaco che, notoriamente, è un "Paradiso fiscale", refugium peccatorum e residenza prediletta di Imprese e privati che vogliono sottrarsi al Fisco dei rispettivi Paesi di origine.
A.Ferrin
modena, 27/9/2019

lunedì 23 settembre 2019

L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI


Ho rivisto questo film di Olmi, la migliore delle sue opere: è pura poesia, anche se critici e altri
registi "impegnati" trovano il pelo nell'uovo.
E' un quadro oleografico di una realtà lontana da noi, resa magistralmente dalla fotografia, dal colore e dalla musica (Bach), nonché dagli attori presi dalla strada, ma che a volte sono più bravi dei professionisti.
La fede espressa dal popolo era certamente ingenua, ma sentita: d'altra parte si sa che la/le religioni
sono (e sono sempre state) strumenti del Potere, ma nello stesso tempo funzionali a una sorta di
ordine sociale, lo stesso ordine che perseguono le ideologie e le filosofie tronfie di grandi promesse, e che spesso falliscono miseramente; infine preferisco quella religiosità ingenua ma innocente perché
conteneva ancora il senso della sacralità della vita.
Dal film emerge chiaramente la vita nelle campagne di fine '800, la sua povertà e precarietà, povertà
che persisteva negli anni '50 e '60 del 900, e molti anziani ricordano i racconti che genitori e nonni
facevano al riguardo.
Le nuove generazioni non ne hanno memoria, non la coltivano, e le istituzioni non aiutano in questo
senso: tutti danno(e diamo) per scontati il benessere e l'abbondanza delle merci e dei servizi, il tutto
propiziato dall'ottimistica ideologia del consumismo e del progresso economico sempre crescente ma,
assorbiti dal nostro "particulare", dimentichiamo che la stratificazione economica e sociale perdura in Italia e nel mondo, con sacche di povertà e ingiustizia clamorose.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, il film ha risvegliato ricordi della mia infanzia e giovinezza, una vera nostalgia del tempo in cui, nonostante tutto, la vita appariva più chiara e semplice, colma di
aspettative e di grandi speranze per il futuro; io ricordo che ero felice, ma forse era la felicità degli anni di crescita, lo stato nascente di una gioventù protesa al futuro, ma ancora ignara della vita.
E forse eravamo felici semplicemente perché giovani.
A.Ferrin
modena, 23/9/2019

venerdì 20 settembre 2019

MANTRA DEL TAVOLO

( gergo politico)
Tavoli quadrati, rotondi, rettangolari, allargati, esplorativi, consociativi, tavoli convessi e concavi, di "buona volontà", a tre gambe, di concertazione, programmazione e consultazione, tavoli paralleli, tavoli spiritici, tavolo di esportazione, tavoli sovrapposti, tavolo aperto a tutti, allestire un tavolo, devono partire i tavoli, moribondi i tavoli, il tavolo è affondato, i tavoli devono fare passi avanti, il tavolo non decolla, tavoli separati, rinvio dei tre tavoli, vacillano i tavoli, ci vuole un tavolo!
Tutti reclamano, esigono un loro tavolo per potere risolvere i problemi italiani, ma tralasciano di dire che tutti vogliono prendervi posto per partecipare all'agape più o meno "fraterna", mentre gli esclusi,  (leggi popolo) sotto il tavolo, attendono le briciole.
A.Ferrin
modena,20/9/2019

martedì 17 settembre 2019

GRAMELOT DI MERCATO




LoremTIM VISIONipsumAssorbentidolorYakultsitLisoformamet
BMWadipisciPrinkelitBergadersedAcetodoAzeiusmodTampax
AntidolinciduntColesteroloutVoiellolaboreLinesetAiaenimDiarrea
cumdoloreCiclomagnaFloraintestinalealiquaCafféUtMenopausa
adD&GminimDAZNveniamAIAquisEsselunganostrumOceanaliquid
TerracieloexercitationemBetotallaboriosamDeCecconisiSeatutMiele
ullamcoMontvexTrucchieaSalamecommodiClioconsequaturNissan
estSusteniumDuisCremeauteFilmirureSuzukireprehenderitMutandine
involuptateFastwebvelitDeRicaesseLenzuolacillumIntestinolaborum
doloreVivincieuLandRoverfugiatOlioCarlinullaZibaldopariaturFalomo 
ExcepteurGodfathersintFacileobcaecatSamsungcupiditatFlatulenza 
nonShampooproidentLisoformsuntSorrisoinAntiageculpaCoopqui
ArgoofficiaFelicitàdeseruntColesterolactmollitAxceptaanimProstamol
EnterogerminaconsecteturFilosofiatemporAntiallergeniidSerenità.

A.Ferrin
modena, 17/9/2019

venerdì 13 settembre 2019

TUTTI FILOSOFI


Ha preso l'avvio a Modena il "Festival della Filosofia", l'appuntamento annuale che richiama gli addetti ai lavori e platee affollate in piazze e cortili, ma l'evento ha perduto l'alone di novità e interesse dei primi anni.
Il tema di questo festival è "PERSONA", tema sviscerato in ogni aspetto e contrapposto a individuo,
che l'uomo moderno si percepisce sempre meno individuo e più massa, e ciò spiegherebbe perché
siamo disposti a tutto( complici i mezzi sociali di comunicazione) per essere "individuati", e quindi
emergere; d'altra parte ciò è dovuto al mercato e all'economia che determinano e condizionano le nostre scelte: infatti siamo sempre meno autonomi e liberi perché presi nel sistema che omologa, e che sembra obbedire a un disegno che prescinde dalla nostra volontà.
Ormai sono troppi questi appuntamenti diffusi in tutta Italia che riguardano temi culturali di ogni sapere, e spesso diffusi pretestuosamente per emulazione, per fini mercantilistici, turistici nonché gastronomici.
Attraverso Piazza Grande mentre Galimberti tiene la sua lectio rivolto alla platea attenta alle sue parole: osservo gli ascoltatori mentre il relatore afferma "tutti moriremo", lo dice senza giri di parole
e le persone lo guardano impietriti, ma appaiono anche sereni, perché sicuri del fatto che i primi a
morire saranno "gli altri".
Sono stato un ascoltatore attento a molte "Lezioni Magistrali", e ne ho ricavato anche qualche beneficio, ma ho maturato la convinzione che si tratti di iniziative a carattere divulgativo che non
possono supplire alla lettura di un buon libro; si tratta anche( e questo è certamente gratificante) di occasioni per "partecipare" e condividere con altri cittadini gli spazi urbani.
Ma penso inoltre che tutto abbia  a che fare con una sorta di consumismo culturale, collezionare cioè  presenze o partecipazioni non sempre di qualità.
In altre parole, non vorrei che il dinamismo sociale e culturale si traducesse in una sorta di sterile
onanismo mentale.

A.Ferrin
modena, 13/9/2019

mercoledì 11 settembre 2019

A PROPOSITO DI MISTER SCHMIDT


Jack Nicholson è un "uomo qualunque", come è un signor Rossi per noi Italiani: il film narra la sua vicenda da quando va in pensione, nel momento in cui vagheggia il riposo dopo una carriera dignitosa.
Ma già dalle prime scene traspare la nostalgia e il senso di vuoto provocato dal nuovo stato, mentre
la moglie è ancora appagata dall'attività domestica: la loro unica figlia è lontana e in procinto di sposarsi; egli cerca di fare fronte alla frustrazione aderendo all'adozione a distanza di un bambino africano.
Improvvisamente muore la moglie aumentando oltremisura la sua solitudine; la recitazione di Nicholson è da manuale: non utilizza la sua abituale aria gigionesca, ma le espressioni facciali sono sufficienti per mostrare lo spettro dei sentimenti in cui il pensionamento e la vedovanza lo hanno precipitato.
Scrive al bambino africano letterine laconiche venate di malinconia, ma prova anche a reagire allestendo il Camper, e annunciando alla figlia che la raggiungerà per presenziare al suo matrimonio.
Il lungo itinerario si trasforma in un viaggio a ritroso nella memoria ma anche della disillusione e  disincanto causati dai nuovi incontri.
Eccezionale e quasi grottesco il ruolo della grande Katy Bates nella parte di futura consuocera, una
donna che affronta fallimento e disordine con una libertà e disinibizione che le consentono di vivere ancora.
Non è casuale sia la donna a sopravvivere ai rovesci che la vita ci riserva, mentre l'uomo investe  tutto, troppo negli ideali e può essere preso nel vortice  di un delirio tale da condurlo alla perdizione.
Non resta che rallentare il passo, attendere alle piccole cose, il passo sempre più lento: osservare,
aspettare, qualcosa accade sempre.

A.Ferrin
modena, 11/9/2019

venerdì 6 settembre 2019

BERGOGLIO




Volgare, di carattere subdolo, manca di equilibrio: così fu descritto dal suo superiore Kolvenbach
prima di essere nominato vescovo in Argentina.(questo carteggio è scomparso dagli archivi!)
Si vuole far passare l'idea che Bergoglio sia inviso alla destra cattolica americana, ma non è vero
perché in realtà è oggetto di una silenziosa ma tenace contestazione di molti cattolici in tutto il mondo, con esclusione delle suorine avvezze al servizio incondizionato al clero, dei "pretini" più
ingenui, e del gregge che non sa fare altro che seguire il pastore e i suoi cani.
Ma a questo proposito bisogna precisare che Bergoglio, in quanto Capo di Stato, gode di una stampa, se non proprio amica, almeno rispettosa e prudente: nella piaggeria eccellono come sempre la stampa e la televisione italiana.
Ma per essere chiaro, non sono imparziale per quanto concerne la storia personale di Bergoglio,
e non per ragioni o interessi personali, ma perché non sono in sintonia con la sua politica, e infine
perché, anche se privo di carisma, ha avuto l'ardire di chiamarsi "Francesco".
Vi sono ombre anche nel processo decisionale( Conclave) che lo ha portato al papato, un Conclave
con i cardinali ancora turbati dalle inattese dimissioni di papa Ratzinger.
In ogni caso, preferisco porre a me stesso, e all'eventuale lettore, domande e quesiti più o meno retorici, che richiedono approfondimenti:

1) Perché Bergoglio, in sei anni di pontificato, non ha ancora visitato l'Argentina, sua terra natale?

2)Bergoglio non ha chiarito le ambiguità mostrate nel rapporto con la dittatura dei militari argentini
   negli anni della sua attività pastorale a Buenos Aires: vedi desaparecidos argentini, la vicenda di         alcuni sacerdoti perseguitati e liberati solo con l'intervento diretto di Roma.

3)Bergoglio è gratificato dalle folle plaudenti di Piazza S.Pietro, folle in gita turistica che trepidano
   per un uomo in bianco, lassù, che fa predicozzi, prendendosi anche licenze in tema di morale e           dottrina, e il tutto in un italiano bleso e insopportabile.

4)Infine Bergoglio è gesuita: è dunque così scandaloso definire "gesuitici" molti suoi gesti e parole?           
A.Ferrin
modena,6/9/2019
                                                                             

mercoledì 4 settembre 2019

ITALIA: COMMEDIA O TRAGEDIA?


E' uno spettacolo indecifrabile: sarà l'età, la stanchezza di assistere a recite prive di dignità, ma è forte
la tentazione di non credere, di entrare a fare parte delle schiere di scettici e qualunquisti di cui
pullula la nostra società, e non da oggi; vorrei tralasciare, perciò, le diatribe sociopolitiche per dedicarmi unicamente alla poesia, evasione che preserva anche l'integrità delle mie coronarie.
E non mi consola il fatto che anche la celebrata democrazia inglese sia ormai preda del marasma e della confusione che caratterizza l'Italia da molti anni.
Abbiamo infatti un'associazione privata (Russeau: 60000 votanti?), che crede di potere legittimare scelte politiche fondamentali che sono di tutti gli italiani.
C'è un personale politico che si appresta a governarci, pure avendo già dimostrato la sua pochezza,
abbiamo un Di Maio indicato come Ministro degli Esteri, e questo fatto grida vendetta.
Non credo che questa posizione sia dovuta a un mio pregiudizio negativo circa Di Maio che, anzi, per la sua giovane età (33), ha già dato ampia dimostrazione di avere una pellaccia a tutta prova di scrupoli o dubbi di ogni sorta.
Ma forse sono un ingenuo e incorreggibile idealista: penso ancora, e chiedo ancora, che il politico
sia preparato, che si metta al servizio della collettività, che dimostri prima di tutto senso dello Stato, pur perseguendo legittime aspirazioni personali.
Antonio Ferrin
Modena, 4/9/2019

domenica 25 agosto 2019

84 SHARING CROSS ROAD

Foto di Anne Bancroft




Ieri sera ho rivisto questo film, bellissimo per i lettori amanti dei libri, di possederli e godere della
loro compagnia; infatti il "libro" è il protagonista del film in quanto causa e oggetto della delicata e quasi affettuosa corrispondenza epistolare tra una scrittrice americana e il responsabile di una libreria
antiquaria di Londra.
Se aggiungo che Anne Bancroft, Antony Hopkins e Judi Dench sono gli attori protagonisti, fior d'attori dalla superba recitazione, che ammiro da sempre la sensualità di Anne(anche merito della doppiatrice italiana che presta la voce) non credo vi sia altro da dire, se non ricordare la sua interpretazione in "Anna dei miracoli"e "Il laureato", che adoro le ambientazioni e le atmosfere dei film inglesi.
Da notare infine che il film è stato prodotto da Mel Brooks come dono alla moglie Anne per il loro
anniversario di matrimonio.
A.Ferrin
modena, 26/8/19

giovedì 22 agosto 2019

IL SOLE IN PIAZZA


Anche questo Ferragosto è passato! E'passato senza fare troppi danni: dallo stupore per il fuggi fuggi generale, alla nostalgia di altre stagioni; oggi, domenica, la città è ancora deserta perché il grande ritorno dei vacanzieri si avrà il prossimo fine settimana.
Di prima mattina mi avvio per strade silenziose al centro della Città: il cielo è tinto d'azzurro, terso e luminoso; le serrande dei negozi sono abbassate, e solo qualche caffetteria offre la colazione ai rari avventori.
Da via Albinelli, ecco Piazza Grande: vuota appare più vasta di quanto non sia in realtà, un suo lato  in ombra, è occupato dalla banca con il suo portico che guarda il fianco del Duomo e l'abside che biancheggiano al sole con le preziose pietre di Vicenza e Istria, un'altro lato è presidiato dal Palazzo del Comune, e l'altro ancora da edifici curiali, il tutto dominato dalla Torre Ghirlandina.
Questa è la Piazza dei modenesi per antonomasia, già nel Medioevo luogo di mercato e vita cittadina
e ora vetrina delle sue bellezze, bellezze oggi più godibili in questo scenario quasi metafisico.
Sono sotto il portico a contemplare le guglie e i portali cesellati del Duomo, i leoni stilofori, e l'attigua "Preda Ringadora", la leggendaria grande pietra in marmo rosso di Verona.
E penso per un attimo e con emozione che, per edificare Duomo e Ghirlandina, Lanfranco, Wiligelmo e i Maestri Campionesi, hanno riutilizzato marmi e parti della Mutina  Romana.
La Piazza, ripeto, è vuota, cammino a passo lento quando noto che una delle panchine poste
sull'acciottolato, è occupata da una donna: è sola, assorta nella lettura di un libro.
Sono sorpreso perché è cosa molto rara vedere persone leggere nei luoghi pubblici o sui mezzi di trasporto, e infatti siamo sempre più impegnati in connessione permanente con amici e parenti, rapiti  in realtà virtuali.
Così sono molto curioso, e ho il coraggio di avvicinarmi alla signora e chiedere cosa sta leggendo,
ben sapendo che per me è un pretesto per dialogare, lei è molto gentile ed ecco, il più è fatto; la
conversazione scorre fluida: si parla del libro, poi si toccano temi di interesse comune, cercando di      soddisfare anche innocenti curiosità, e Sonia, questo il suo nome, è loquace e racconta di se.
Ha 55 anni, non è sposata e non ha figli; ha una relazione affettiva vissuta a distanza con un coetaneo  ma quando si incontrano fanno scintille: lei confessa il carattere volitivo di "donna in carriera" e narra
delle lotte sindacali sostenute nella sua azienda, poi si lascia andare a una confidenza con pudore, ma anche con malcelato compiacimento, affermando che il suo lui ormai è domato, è un agnellino, e io di
rimando mi limito a dire che ho due matrimoni alle spalle, e tre figli.
Io sono laconico perché non posso e non voglio rivaleggiare con questa donna che porta i suoi 55 anni con baldanza, quasi spavalderia.
Alla panchina si avvicina Giovanni, chiede se può sedere: è molto anziano e un aspetto distino, poi
dirà di avere 85 anni, e sono sorpreso dalla disinvoltura con cui partecipa alle chiacchiere: comincio
a pensare che questo sia un polo di attrazione, un piccolo porto franco aperto a tutti e dove agisce il
sortilegio che consente di esprimersi senza inibizioni, e infatti Giovanni si racconta: è al terzo matrimonio con una donna molto più giovane; dopo essere rimasto vedovo, ha cresciuto, tutto solo, quattro figli nati dalle prime mogli, e nello stesso tempo ha fatto la sua carriera di funzionario di banca, e ora è qui in pantaloni corti e una camiciola fantasia a godersi la compagnia.
Si unisce al crocchio Renato; inforca una vecchia bicicletta da uomo, è sorridente, sembra conosca
tutti e che sia atteso da tutti, e invece è il perfetto sconosciuto dotato di una carica di  umanità non comune: prende subito il centro della scena e parla, parla senza dire banalità ma, anzi, racconta
aneddoti che presto si trasformano, tra frizzi e lazzi, in recite a soggetto che catturano gli ascoltatori;
mi ricorda un personaggio degli anni '50/'60 che viveva a Ferrara, detto "pendenza" per il modo in cui usava la bici, piegata da un lato, quasi sempre sul punto di cadere perché occupava la sella solo con una natica, e che gironzolava nel centro Città apostrofando e intrattenendo i passanti con detti e motti
arguti.
Sono personaggi picareschi, apparentemente liberi da ogni condizionamento, sempre simpatici, ma che non sai se siano sobri o alticci.
Infine si materializza Mirella: una quarantenne bistrata come si deve, con una chioma folta bionda;
è di Padova ma ignora la Cappella degli Scrovegni, sicura di se, è in abito elegante, e infatti dice che ha l'appuntamento con un amico ingegnere che la porterà a pranzo, e comincia a gesticolare in direzione della "preda ringadora", eccolo, è lui, e indica un uomo, ancora lontano, che si avvicina guardingo alla panchina.
Ecco l'ingegnere che saluta e porge la mano, e in quell'istante, dalla Ghirlandina risuonano i rintocchi
del mezzogiorno.
Ci separiamo e ognuno ritorna sui suoi passi: da quanto ho capito nessuno ci aspetta, ma a tutti è
mancato il coraggio di proporre un ulteriore momento di convivialità attorno a una tavola imbandita.
A.Ferrin
modena, 18/8/19




 


mercoledì 21 agosto 2019

ULISSE



Scilipoti incontrò Teresa nel controviale ombreggiato da olmi maestosi che attenuano il sole feroce del primo pomeriggio; la donna teneva al guinzaglio il minuscolo e lanuginoso maltese che si era accasciato a terra, evidentemente stremato, con la linguina penzoloni.
Scilipoti affiancò Teresa mentre apostrofava con affetto materno il cagnolino: dai su, Ulisse, siamo
quasi a casa, che la mamma ti darà da bere e anche la pappa.
L'uomo, amante dei cani, soprattutto quelli di piccola taglia, e dei cuccioli in particolare, si piegò su Ulisse, e accennando una carezza esortò il maltese: obbedisci alla mamma, fai il bravo, quello si
stiracchiò, e scodinzolando prese ad annusare i pantaloni dell'intruso; questi era ben conscio di avere
usato i termini di mamma e pappa per ironizzare bonariamente la situazione.
La"mamma" invece non raccolse, e si profuse in ringraziamenti e complimenti all'uomo per la sensibilità e abilità mostrata; l'uomo si schermiva mentre lei incalzava: ma lei ama gli animali, non è da tutti, lei sapesse! E io, quando incontro persone come lei sono felice, e amo ancora di più Ulisse che, glielo giuro, è un tesoro: gli manca la parola e, mentre si emozionava oltremisura, raccolse
il peloso, lo tenne fra le mani e lo mostrava tutta fiera.
Ulisse apparve in tutta la sua sporcizia: il pelo arruffato e annerito da fumi e smog, gli occhi cisposi
che però non velavano del tutto la loro dolcezza, la peluria gli entrava nella bocca che mostrava denti bianchissimi, e Teresa che insisteva a decantare quanto fosse dolce, intelligente e amabile il suo bambino, che avrebbe sofferto fino a morirne se il cane l'avesse abbandonata.
A.Ferrin
modena, 21/8/2019
 
                                                                                                                   

domenica 18 agosto 2019

GENESI




Risultati immagini per immagini dell'universo











Ho appena finito di leggere "GENESI", l'ultimo libro dello scienziato Guido Tonelli: il titolo
richiama la prima parte della Bibbia che narra l'origine del mondo nella visione ebraica, e ne conserva la cronaca in sette giorni, ma ora sappiamo che i sette giorni della tradizione ebraica sono simbolici, giorni che la scienza moderna traduce in 13,9 miliardi di anni.
Tonelli, dichiara subito di non essere credente, e con ciò sgombra il campo da possibili equivoci:
già da molti anni gli studiosi, e anche la Chiesa, convengono sul fatto che i 7 giorni della Bibbia
sono frutto di una tradizione orale, e la scrittura è successiva ai racconti tramandati da diverse generazioni.
Pertanto Tonelli, e con lui la scienza moderna, narra la storia affascinante di un Universo nato dal
nulla, ma non del tutto, poiché il vuoto in Fisica non esiste, e afferma così che il tutto sia dovuto
a una concatenazione di eventi straordinari combinati fra elementi con reazioni e interazioni infinite
tra fisica, chimica, energia nucleare e gravità.
Tonelli conserva la scansione temporale dei sette giorni per rendere la narrazione più scorrevole: infatti, 13,9 miliardi di anni calcolati dagli scienziati dal momento del Big Bang ai nostri giorni, sono gli anni che l'Universo ha impiegato per giungere fino a noi nelle forme e dimensioni attuali, tenendo
presente che esso continua espandersi e trasformarsi senza soluzione di continuità: la nostra Terra
è un'infinitesima meraviglia degli infiniti mondi prodotti, ma anch'essa possiede un  suo ciclo vitale, e dunque non è eterna.
Ma infine, benché io sia un evoluzionista convinto e non un creazionista, penso che l'uomo, per sua
natura, continuerà a porsi la "domanda delle domande": perché? Chi ha premuto l'ipotetico pulsante?
A.Ferrin
modena, 18/8/2019

giovedì 15 agosto 2019

FERIAE AUGUSTI

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Ferragosto, è la festività istituita dall'Imperatore Augusto, che da oltre 2000 anni si celebra in
Agosto; cade proprio nel mezzo delle vacanze estive, ed è caratterizzata dalla sospensione delle
attività lavorative per dedicarsi al riposo e allo svago.
E' una tradizione popolare molto radicata: c'è la fuga massiccia dalle città per pranzare fuori porta,
o si organizzano le grigliate in cortili e spazi comuni.
Ieri ho preferito recarmi a Ferrara(i miei figli sono a Domo) dove ho rivisto Anna, Simone e Marisa; oggi invece sono solo soletto a Modena che appare deserta, me ne sto in casa a leggere e scrivere, mentre dalle finestre giungono le voci dei Filippini che nel giardino adiacente cuociono carne alla griglia, i cui profumi arrivano al terzo piano e inondano la mia mansarda.
Ho ascoltato alcuni pezzi di orchestra e cori che si esibiscono in alta montagna: questa volta teatro
della manifestazione è una località sopra Limone Piemonte nelle Alpi Marittime del Cuneese, in un paesaggio di alpeggi percorsi da placidi armenti al pascolo, da altri pendii che delimitano un'arena naturale affollata di spettatori venuti dal piano, e all'orizzonte da una giogaia.
Sulla scena colorata di verde e azzurro, spicca il rosso abito lungo della soprano imponente e brava che pare uscita da una tela di Botero.
A.Ferrin
modena, 15/8/19



venerdì 9 agosto 2019

CAPOLINEA



Il governo giallo-verde è giunto ingloriosamente al capolinea: avevo previsto questo esito già quando
sovranisti e populisti inneggiavano al "governo del cambiamento" e io diffidavo di questi nuovi reggitori della Cosa Pubblica che apparvero subito inadeguati al compito affidato loro da una democrazia incapace di selezionare una nuova e decente classe dirigente.
Sono stati invece molto bravi a propinarci una lunga sceneggiata meno nobile di quelle napoletane: ho l'impressione infatti che la loro l'imprevista ascesa al potere li abbia portati a un delirio di
onnipotenza privandoli della lucidità necessaria.
Dunque e vero, io diffidavo, ma non sono felice di avere avuto ragione perché ora è in gioco la sorte
del Paese, e può essere felice solo chi è per il tanto peggio tanto meglio.
La democrazia, che anch'io considero il migliore tra i sistemi di governo, ci ha fatto un brutto
scherzo, o meglio, la colpa non è dello "strumento democrazia" ma piuttosto della nostra incapacità a praticarla.
Osservo i primi sviluppi della crisi di governo annunciata, e già spunta il bizantinismo endemico che
caratterizza la politica italiana, politica nella quale, più che la mediazione tra legittimi interessi, c'è la
corsa sfrenata all'occupazione del potere e all'interesse personale.
E si ritorna all'antico problema della mancanza di senso dello Stato, delle nostre divisioni e lotte intestine: spero solamente che non dobbiamo  pagare tutto ciò a caro prezzo.
A.Ferrin
Modena, 9/8/2019

domenica 4 agosto 2019

VACANZA



Dopo molti mesi, ho rivisto Lara e Lea: belle come sempre e negli occhi ancora la luce e l'incanto della loro età.
Ho trascorso una notte in albergo: mi hanno rifilato una camera angusta, senza condizionamento dell'aria e priva di telefono: ho dormito in un letto di "Procuste".
Solo i ricordi del passato e gli affetti del presente mi portano lassù, ma il tempo passa, e la nostalgia può tramutarsi in delusione e amarezza. 
La Domodossola conosciuta negli anni '60 del secolo scorso aveva una identità definita, benché fosse già il risultato di diversi flussi migratori giunti da ogni angolo d'Italia in questo cuneo che, con le valli Ossola, Antigorio e Formazza, penetra nei Cantoni della Svizzera meridionale.
L'Ossola non ha un'economia autoctona florida, il suo reddito dipende dai frontalieri che, lavorando in Svizzera, 
sono pagati in "Franchi pesanti", e dagli Svizzeri dei vicini Cantoni tedeschi e francesi che calano nella Valle per fare i loro acquisti.
Al sabato mattina invadono i mercati del centro e acquistano di tutto, prendono d'assalto bar e ristoranti: è quasi
un piccolo, Biblico "Flagello delle locuste", un flagello che rende felici gli astuti mercanti e commercianti locali.
Comunque, l'impressione che fanno questi invasori disarmati, è quella di un'orda di Lanzichenecchi che sciamano nella città scosciati, scollacciati e ridanciani: sono felici perché la loro moneta è molto forte e consente loro un fare da nababbi. 
Nelle vie e nei locali pubblici si odono i suoni gutturali dello Schwitz, e quelli più dolci del francese, il tutto ha
parvenza di cosmopolitismo, ma è pura illusione: è una umanità di famigliole e pensionati che si muove con fini
utilitaristici, e colgono l'occasione per fare un giorno di festa!
Quel che resta di autenticità dell'Ossola si ritrova nei Borghi più isolati, ma che purtroppo sono a volte spopolati:
questi centri, che in passato vivevano di "vita propria", conservano le strutture edilizie fatte con le pietre e i sassi
donati da monti e fiumi: il colore dominante è quello grigio di beola e serizzo, le case sono addossate le une alle altre in un intreccio solidale per non disperdere calore ed energia, la loro era un'economia di sussistenza, di frugalità e semplicità, utile a soddisfare i bisogni primari:
si dice che fossero più felici dei cittadini inurbati di oggi, ma qui preferisco glissare perché è degli umani pensare
che il passato sia il luogo della felicità.
In ogni caso, in uno di questi Borghi, Ponte Maglio, vive mio figlio con Alessandra e le loro due bambine.
E' un' agglomerato di case, semi deserto e silenzioso, animato da poche famiglie e molti gatti, è difficile incrociare un passante: i pochi residenti si nascondono al riparo di tende e scuri? Dalla fontana sgorga senza sosta acqua sorgiva pura e fredda a riempire abbeveratoio e lavatoio; il suo scroscio rimbomba nell'aria e con la fantasia vedi
donne che attingono acqua e altre che battono i panni sulla pietra, mentre bambini vocianti si rincorrono.
Poi, prendendo il treno per raggiungere Milano, ti accorgi che una sorta di selezione modifica il tipo di umanità che si muove; questa è veramente transnazionale e poliglotta, più giovane e anche parte della società più
affluente economicamente.
La Stazione Centrale di Milano raccoglie infatti la massa brulicante del turismo estivo in un crogiolo di umanità che poi ridistribuisce in Italia e oltreconfine.
Da molto non mi avventuravo in viaggio oltre la mia Regione, e devo dire che ho notato un netto miglioramento del materiale rotabile e del servizio delle nostre ferrovie: materiale e servizio di Standard europeo.
Sono in una carrozza nuova, insonorizzata e confortevole: lo sferragliare di un tempo, ora è un fruscio che induce un piacevole stato di dormiveglia che non esclude l'ascolto dei colloqui più intimi: la bella ragazza alle mie spalle  confida le pene d'amore a un'amica, giurando e spergiurando che con il proprio compagno ha agito con molta onestà, e perciò non capisce, non riesce a capire, perché egli si sia involato.
Noto solamente che la bella ragazza utilizza una lingua piatta e incolore, quasi stesse sbrigando una pratica burocratica; un'altra coppia invece offre un'immagine di serenità: sono certamente Mediorientali, l'uomo in abito occidentale, la donna deve essere musulmana perché è coperta da capo ai piedi da una semplice veste nera di un tessuto finissimo, un velo nero avvolge il capo lasciando scoperto l'ovale stupendo del viso, un viso che scruto di nascosto: è di una bellezza incomparabile, la bellezza magica che esprimono le donne gravide, e questa porta la sua gravidanza con dolcezza ed eleganza.
Dalla piattaforma centrale viene un insistente mugolio, e io, che non resisto al richiamo di un cane, corro e noto
un bel cane peloso dal muso schiacciato, è sul pavimento guardato da due donne giovani, mi fissa con occhi grandi e stupiti, e io con tono di finto burbero lo apostrofo: cosa c'è, cosa ti succede? Allora una delle donne, sorridendo, mostra un chiuahua fare capolino dalla sua borsa, ma è lui che disturba! E mi consiglia di non carezzarlo perché è imprevedibile, anzi ha precisato, è ghignoso (ha usato un termine ferrarese), per la precisione il chiuahua è femmina, e il cane peloso maschio.
Dall'episodio scaturisce l'ennesimo scambio di opinione, forse ozioso su chi, tra donna e uomo, abbia il carattere
migliore, più buono, eccetera.
E come spesso accade, queste signore concordano nel dire che in genere gli uomini sono migliori, mentre le donne sono capaci di creare più turbolenza, e una dichiara che nella sua attività di allenatrice, trova più agevole gestire 20 giovani maschi che piccoli gruppi di donne.
Le parole di queste donne sono musica per le mie orecchie, e tuttavia sono perplesso e diffidente al riguardo;  chi di noi, in contesti di sole femmine o di maschi, non ha registrato i commenti più vieti e volgari riferiti dalle une agli altri, e viceversa?
A.Ferrin
Modena, 4/8/2019

mercoledì 24 luglio 2019

VOLTO


Distilla per te
l'animo mio
desiderio
senza fine
che lo sguardo
alimenta
ancora di più,
fuggi altrove
ma sempre turbi 
la mia quiete
Astro segreto
mostra luce
a rischiarare
la valle
deserta.

modena, 24/8/2020                                         




martedì 23 luglio 2019

CRONACA MINUTA DI UN GIORNO QUALUNQUE

Oggi 23 Luglio 2019, dal "Corriere della Sera", e "La Repubblica"


L'Italia paralizzata,               
"e il governo anche peggio-attentato degli anarchici no TAV."

Il Paese senza normalità

Welfare e cooperative:
Claudio Foti,                           
"psicoterapeuta della onlus Hansel e Gretel, coinvolto                                                                               nell'inchiesta della Procura di  Reggio Emilia sugli affidi illeciti, è                                                         indagato per maltrattamenti in famiglia."


Francesco Saverio Borrelli:     
al suo funerale, l'ex magistrato Antonio di Pietro si inginocchia                                                              davanti al feretro e piange, indossa una toga non sua, si offre di                                                              portare la bara e altri lo impediscono."
                                           
                                             

Macron:           "a Parigi accordo fra 14 Stati sui migranti, ma l'Italia non c'è".

Tony Blair:     "Johnson più pericoloso della Lega"

Formigoni:     "esce dal carcere dopo soli 5 mesi, va agli arresti domiciliari e dice "ho sbagliato".
                                               
                                                   **************************

Postilla:                           
Nell'arco di pochi giorni sono morti tre personaggi molto noti:
lo scrittore Andrea Camilleri, lo scrittore Luciano De Crescenzo, il                                                        Magistrato Francesco Saverio Borrelli.
Camilleri ha riempito le pagine dei giornali e i palinsesti televisivi per
due giorni, De Crescenzo per un giorno e mezzo, Saverio Borrelli
è scomparso sabato ma, già oggi, Camilleri e De Crescenzo
sono scomparsi dalla cronaca, domani toccherà a Borrelli!
"E' difficile vivere, impossibile sopravvivere"
A.Ferrin
modena, 23/7/2019

domenica 21 luglio 2019

CONFESSIONE


Devo rivelare un grande misfatto, un'azione nefanda di cui sono pentito e contrito, un'azione che in
altri tempi mi avrebbe condotto a un vero "auto da fé ", ma che oggi è considerata una semplice trasgressione della quale tuttavia ci si può, e deve, vergognare.
Dunque si tratta di questo: ieri sabato, come di consueto, sono venuti a pranzo le mie figlie Chiara con Salvatore, e Annabella; come sempre mi arrabatto in cucina per accoglierli degnamente ma oggi, dopo quasi quattro anni di vita solitaria, sono ancora impacciato nell'acquisto dei prodotti, nella
loro scelta e quantità, con il risultato che, nel timore di essere in difetto, acquisto e preparo troppe cose.
Malignano e sorridono perché pensano che io sia mosso dall'impulso incontrollato all'acquisto, e in
parte hanno ragione perché riconosco in me tratti del carattere di Aurora, mia madre, che era di natali
calabro/siciliani.
Questi sono noti da sempre per la magnificenza dell'ospitalità e, anche trovandosi in ristrettezze,          "devono" mostrare il meglio di se e della casa, Aurora era così, splendida.
Io ho avuto la buona sorte di nascere dal connubio tra il Veneto Leone e la Calabro-Sicula Aurora, e
sono testimone (nel mio piccolo)del diverso approccio che gli uni e gli altri avevano in materia: la mia indole "matrizza", cioè la generosità rasenta la prodigalità, quasi lo sperpero.
Così ho sbagliato dosi del primo piatto e del contorno, ma devo ammettere che questa volta ho
esagerato: ho cotto due diversi formati di pasta per differenti condimenti, il tutto in quantità
scandalosa; ho cercato di darmi un contegno coinvolgendo Salvatore il quale, obtorto collo, ha
accettato un contenitore di pasta da portare a casa.
Alla sera ne ho mangiato due forchettate, e il resto, questa mattina, ho gettato nel cassonetto della spazzatura, non quello dell'umido, ma dell'indifferenziata! E non senza sensi di colpa, tardivi: mi sono visto responsabile di tutta la fame nel mondo.
A mia parziale discolpa, dichiaro di essere carboidrati dipendente: non voglio con ciò assolvermi,
ma preferisco credere, come affermano alcuni, che gli zuccheri compensino altre carenze.

A.Ferrin
modena, 21/7/2019

mercoledì 17 luglio 2019

CONNESSI?

La donna intenta
al suo smart
urta la bacheca
dei morti
un'altra con
l'arnese
incoccia il passante
innocente
l'altra ragazza
travolta sulla via
con Smart Iphone
l'uomo elegante
connesso
nella bolgia
incerto
la donna al bar
connessa
non legge
due a tavola
ciascuno
la mente altrove                                                             
un'altra fatale
connessa nel bar
attenta al manicure
dodici ragazzi
davanti alla pizza
con auricolari
assorti
le amiche attempate
al tavolo da gioco
parlano
con le assenti
uomini e donne
al cinema
allietano
con suoni e luci
quattro giovani
muoiono postando
un video
altri muoiono
mostrando la velocità:
260 orari!
I sopravvissuti
sembrano alieni
lontani
come non fossero
quelli del fatto
e imprecano.

A.Ferrin
modena, 17/7/2019

martedì 16 luglio 2019

ACQUAIOLO


Il pioppo, un'olmo
sulla riva
il salice che i rami
tuffa come mangrovie
nell'acqua  mite
      
tra nifee bianche                             
merlo audace
coglie prede inermi

A.Ferrin
modena, 16/7/2019           

domenica 14 luglio 2019

LA FORESTA



Un bambino (o una bambina, che niente cambia) fu condotto dai genitori ai margini di una foresta ; questi lo amavano, lo avevano desiderato, e considerato la sua venuta al mondo un dono prezioso.
Non si sa perché, per chi e per cosa, pensarono che fosse cosa giusta per il bambino, tutto solo, affrontare il mondo oscuro e misterioso della foresta.
I genitori, peraltro attenti alla modernità, si ispiravano ai testi educativi più avanzati, e nello stesso
tempo più antichi, riandavano con la memoria a lontane letture giovanili e Testi scolastici: da un lato
quelli di bambini cresciuti nelle foreste, di bambini accuditi da lupi e tigri, poi diventati uomini, o, ancora, l'usanza di tribù e popoli primitivi di abbandonare piccoli e giovani a fronteggiare, fra stenti
e pericoli, una natura ostile: insomma, quella che si dice "rito di iniziazione" o "educazione spartana", ed è già molto che non si ricorresse ancora a una "Rupe Tarpea", o ai sacrifici umani agli Dei onnipotenti e vendicativi.
Dunque il bambino, abbandonato all'ingresso della foresta, teme di affrontare l'ignoto, è ignaro della realtà,dei pericoli in essa nascosti, e tuttavia prevale in lui la curiosità e la felicità di esplorare il mondo in cui si muove e il vulcano interiore che lo alimenta.
Penetra nell'intrico della vegetazione dove si apre il varco con sudore, si ciba di bacche e  la notte
sosta e riposa su un letto di foglie, si addormenta al clamore notturno della selva, fra ululati e paure ancestrali senza voci e suoni familiari.
Percorre sentieri impervi, scruta ogni passo, sperando di scorgere un balenio di luci che lascino
intravedere uno spicchio di cielo libero.
Il bambino(o la bambina) trova infine l'uscita dalla foresta, sarà più uomo o donna, ma non più umano di prima; ha abbandonato le illusioni e il mondo fertile della creatività, ma anche la fantasia  innocente e le aspettative di libertà.
Scopre allora una'umanità diversa, altra rispetto a ogni aspettativa e promessa: un'umanità aliena e imperscrutabile, che lo turba al punto di non sapere se "la vita sia morte e la morte vita", una parvenza di realtà, e vaga a tentoni in una caligine che nasconde la via.
Il bambino scopre inoltre il gioco grottesco delle convenzioni nella vita pubblica e privata, gioco che può essere meglio definito come ipocrisia, che nelle relazioni sociali e politiche, si traduce in una riproposizione della foresta che credeva di avere lasciato, e dove, pur nell'oscurità, era tutto più
chiaro: riconoscere il pericolo, le persone amiche, le cose utili e innocue.
Allora, fuori di metafora, egli vive e vivrà in una foresta vergine che impone la sua legge, una legge fatale cui non può sottrarsi.
Il suo desiderio più autentico, infine, è quello di giungere, dopo un percorso a ostacoli fatto di verità spacciate come tali, (poi contraddette da nuove verità sedicenti assolute) di lotte per la sopravvivenza, a uno stato mentale distaccato dalle cose, che accetta il mistero della vita e della sua inconoscibilità.
A.Ferrin
modena/15/7/2019

domenica 7 luglio 2019

BURRACO


Sono passate le otto di sera e sono disteso sul letto a boccheggiare per l'afa che, dopo il tramonto,
sembra aumentare: sono come un pesce disperato fuori dall'acqua.
Squilla il telefono, un segno di vita; afferro il cordless con un certo affanno, e dall'altro capo giunge una flebile voce di donna: è incerta, timida, quasi concitata, non capisco, glielo dico e lei, paziente, ripete.
Nei pochi attimi intercorsi fra lo squillo e la mia percezione di quanto accadeva, la fantasia già galoppava, e facevo le congetture più disparate: una donna mi telefona al sabato sera? Non poteva
essere casuale...chi è, chi può essere?
La donna infine, più sicura di se, chiarisce: è la madre di un mio coinquilino del primo piano, un
Ufficiale dell'Esercito in congedo, ora commercialista; lei è sola in casa, il figlio e la nuora sono al
mare.
La signora, sempre molto gentilmente, lamenta che il suo amico è in Corsica presso i suoi figli, che
anche le amiche sono in vacanza, e pertanto mal sopporta la solitudine, e cosi dicendo mi investe con
secchiate di tristezza, perché evidentemente non sa della solitudine che io vivo, con cui cerco di
convivere.
Ma bisogna darsi un contegno che abbia una parvenza di dignità; provo a condurre il dialogo sul tema leggero degli interessi e distrazioni che possano aiutare in queste circostanze: i rapporti sociali,
le passioni e curiosità culturali (lei è assorta dalle attività dell'U.T.E.).
Si parla del più e del meno.
Sua mamma, che era di lontane origini nobiliari, al battesimo l'aveva chiamata Maria Maddalena, in seguito modificato in Marilena, poi dice di giocare a "Burraco", che, se mi interessa, potremmo giocare a Burraco, ed eventualmente introdurmi a questo gioco.
Ho risposto che non conosco il Burraco, e che sopratutto non sono attratto dai giochi da tavolo!
Dopo un'ora di conversazione (peraltro piacevole) in cuor mio sapevo che non avrei giocato a Burraco. No! Il Burraco no!
A.Ferrin
modena, 7/7/1019